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Siria: la calma prima della tempesta?
di
Stefano Masson
Dunque, la Siria era la merce di scambio. Il contegno di Russia e Iran non sono spiegabili altrimenti.
All'Occidente basterà? Contando che significa un intero Vicino e Medio Oriente nient'affatto pacificato, ma ora integralmente gestibile dai diversificati soggetti dell'Impero del Bene.
È tanto, in teoria. Davvero tanto. Soprattutto, se la merce da scambiare comprende una contrattata spartizione dell'Africa (dalla fine che faranno le basi russe in terra siriana, lo capiremo), comprende cioè una pausa (meglio, uno stop definitivo) nell'apparentemente inarrestabile influenza sino-russa sul continente.
Se l'Occidente ha bisogno di aree d'influenza messe in sicurezza (vale a dire, nel caos controllato tipicamente americano), è accontentato.
La Grande Trattativa potrebbe partire da qui. E quindi potremmo dormire sonni tranquilli. Sarebbe l'inizio di una lenta de-escalation.
Potrebbe seguire tutto il resto: una "Viuzza" della Seta che non impensierisca troppo, un "Nuovo Secolino Americano" su mezzo Pianeta, una nuova architettura monetaria... E chi più ne ha, più ne metta.
L'Iran, tagliato fuori, rimane col cerino in mano. Ma si può accontentare nel dotarsi di deterrenza nucleare e, dopo decenni, di una vera aviazione: non finirebbe tra le carabattole del ripostiglio geopolitico, purché guardi prevalentemente a Oriente.
Certo, lo scambio garantisce almeno altri dieci anni di guai al povero popolo siriano (anzi, rassegniamoci fin d'ora allo Spezzatino in guerra permanente: i popoli dell'ex-Siria). Un probabile ridimensionamento curdo (ma anche una sua "ufficializzazione"). E una soluzione finale alle questioni libanese e palestinese.
Fine corsa, soprattutto, per i Palestinesi: ciò che gli apparecchieranno, dovranno pigliare; appesi alla Turchia (cioè al poco o al nulla), non avranno alternative.
Ma dei popoli e dei loro diritti è mai importato qualcosa?
L'evitamento della Terza Guerra Mondiale compenserebbe, facendo contenti quasi tutti.
E per farci anche ridere sui casi della vita e della storia, a contrattare per l'Occidente, l'Imperatore del Bene più improbabile nei quasi 250 anni degli Stati Uniti.
Ovviamente, quanto scritto sopra è uno scenario di fantasia. Giusto perché è domenica. E anche se è domenica... non è quello che ci aspetta.
Infatti lo Scambio c'è stato. La Trattativa ci sarà. Ma sarà, nel caso migliore, soltanto una Tregua.
Di assodato, solo i dieci anni di guai per i Siriani. E i Palestinesi ad abbozzare gratitudine per il niente che sarà loro offerto.
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