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08 dicembre 2024
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Elly Schlein tace mentre Israele uccide l'ultimo chirurgo
di Alessandro Ferretti

L’ospedale Kamal Adwan bombardato oltre 100 volte in due giorni, ma per Elly Schlein non è degno neanche di una sillaba.

Forse nei giorni scorsi qualcuno si era illuso: il 4 dicembre Israele aveva concesso all’Organizzazione mondiale della Sanità di accedere all’ospedale Kamal Adwan, situato nel bel mezzo della zona nord della Striscia di Gaza soggetta a uno spietato “assedio nell’assedio” da ormai 65 giorni. La delegazione OMS aveva potuto portare carburante, medicine, cibo, sangue per trasfusioni e addirittura un team medico indonesiano, per rimpiazzare le decine di medici uccisi, feriti o rapiti dall’esercito di occupazione.

L’illusione è durata comunque pochissimo: già il giorno dopo l’esercito israeliano ha ammazzato il 16enne Mahmoud Abu Al-Aish, costretto su una carrozzina dopo essere stato ferito nei giorni scorsi, Stava entrando nell’ospedale per una radiografia quando una bomba sganciata da un drone nel cortile ha ucciso lui e ferito altre 12 persone. Da lì in poi, la violenza non ha fatto che aumentare: Israele ha scatenato contro l’ospedale e i suoi immediati dintorni una vera e propria tempesta di fuoco, bombardando la zona per oltre 100 volte con ogni tipo di proiettili.

Come raccontato dal direttore dell’ospedale dottor Abu Safia e riportato anche dalla CNN (a conferma che non è che non si sa, è che non si vuole sapere), nelle prime ore di venerdì i quadricotteri israeliani hanno scatenato, senza alcun preavviso, un inferno di “fuoco intenso e diretto”. Alle quattro del mattino sono stati visti i primi mezzi militari intenti a circondare la struttura.

Quindi, l’esercito occupante ha inviato due persone in abiti civili con un megafono per ordinare a tutti i pazienti, gli sfollati e il personale medico di uscire nel cortile, da dove sono stati portati con la forza a un checkpoint a sud e hanno potuto constatare con orrore che le strade vicino all’ospedale sono costellate di centinaia di morti e feriti abbandonati per terra a causa dell’ininterrotto fuoco israeliano. Arrivati al checkpoint, i militari hanno intimato al team medico indonesiano di evacuare verso sud, abbandonando l’ospedale in cui avevano appena cominciato a prestare servizio.

Il personale medico palestinese si è rifiutato di evacuare e ha potuto fare ritorno all’ospedale insieme a oltre cento pazienti, ma è stato accolto da una tempesta di fuoco: il dottor Abu Safia ha postato le immagini di 17 corpi nel cortile dell’ospedale, ma il Guardian ha riportato che i morti totali sono 29, di cui quattro membri del personale ospedaliero che vanno ad accrescere l’orrendo bilancio di oltre 1050 sanitari uccisi dall’inizio del genocidio. Tra i essi è incluso l’ultimo chirurgo qualificato: ora ad operare rimangono solo due studenti, privi della necessaria esperienza.

Oltre alle persone, l’esercito di occupazione ha preso scientificamente di mira le infrastrutture: venerdì ha bersagliato con decine di colpi di mitragliatrice l’ambulanza (con autista alla guida) utilizzata per trasportare i feriti più gravi verso gli ospedali del sud di Gaza. Il video dell’attacco evidenzia oltre ogni possibile dubbio che l’ambulanza è stata bersagliata in modo deliberato.

Inoltre, il serbatoio del carburante appena rifornito è stato preso di mira e danneggiato da un drone e da ieri sera gli impianti elettrici, idraulici e dell’ossigeno sono nuovamente tutti fuori servizio. L’operatività del reparto di terapia intensiva è così bloccata: nelle parole del dottor Abu Safia, “stiamo aspettando che i neonati e i pazienti in cura nelle ICU muoiano“.

Dato che la notizia è uscita anche sulla CNN, l’esercito israeliano si è sentito in dovere di negare sfacciatamente non solo di aver bersagliato l’ospedale, ma addirittura di aver condotto l’operazione che ha portato all’evacuazione del team medico indonesiano. Secondo loro, quindi, a sparare, bombardare e cannoneggiare e cacciare il personale medico sono stati nientemeno che i palestinesi stessi.. e ovviamente tale smentita viene riportata acriticamente senza alcun tipo di commento.

Dall’inizio della pulizia etnica sono oltre 3.700 i palestinesi uccisi nel nord di Gaza, e oltre 10.000 i feriti: altre migliaia sono i dispersi sotto le macerie, che non possono essere recuperati perché Israele ha da tempo completamente bloccato le operazioni dei soccorritori. Decine di migliaia di palestinesi sono già stati obbligati a intraprendere le marce della morte verso il sud di Gaza. Il dottor Abu Safia continua ad appellarsi al mondo intero affinché fermi questa allucinante sequenza di crimini contro l’ospedale, un accanimento privo di qualsivoglia precedente storico recente o remoto che sia.

Nient’altro resta da dire se non che la pulizia etnica del nord di Gaza non è solo responsabilità degli israeliani, ma di tutti coloro che amano riempirsi la bocca declamando i valori della democrazia salvo poi fingere nulla quando a subire le angherie sono umani con il colore della pelle un po’ diverso dal nostro.

La segretaria del PD, Elly Schlein, è in prima linea sul fronte della normalizzazione del genocidio. Negli ultimi due mesi ha postato praticamente ogni giorno sul suo account FB, ma non ma mai trovato il tempo per proferire una sillaba sulla mostruosa pulizia etnica in corso nel nord, senza dubbio il crimine più mostruoso attualmente in corso nell’intero pianeta. Evidentemente i palestinesi di Jabalia, Beit Lahia e Beit Hanoun possono tranquillamente essere terrorizzati, affamati, bombardati, scacciati dalle loro case, feriti e ammazzati senza neanche essere degni di una parola.

La domanda è sempre la stessa: ma se la segretaria del più grande partito (sedicente) progressista del paese preferisce tacere su crimini atroci per paura di inimicarsi chi detiene il potere e lo usa per commettere crimini inenarrabili, come si può credere che tale segretaria possa mai portare avanti politiche che tolgano potere e ricchezza ai medesimi potenti per restituirli a coloro che vengono sfruttati e depredati?

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