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07 dicembre 2024
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Conte si dichiara contro la guerra
di Leonardo Masella

In una intervista a La Stampa, Giuseppe Conte ha detto le seguenti cose:

“Quelli di ‘sinistra’ (leggi Pd) votano la Commissione Ursula, noi no. Quelli di ‘sinistra’ (leggi Pd) mandano le armi a oltranza in Ucraina, favorendo l’escalation, noi no".

E in una dichiarazione televisiva ho sentito con le mie orecchie: "Se si votasse domani per le elezioni politiche il M5Stelle non farebbe nessuna alleanza col PD e andrebbe da solo".

Queste dichiarazioni sono molto importanti poiché Conte pone il tema della guerra come l’elemento discriminante per poter costruire le alleanze.

Peraltro, tutti i parlamentari europei del M5S hanno votato contro la risoluzione di guerra del 28 novembre approvata dal parlamento europeo. Questa posizione, espressa oggi da Conte, spiega anche il senso dell’invito alla assemblea nazionale del M5S di Sara Wagenknecht, rappresentante della forza politica europea che si è schierata con maggiore determinazione contro la guerra.

Dunque è uno sbaglio pensare che la rottura con Grillo significhi rendere il M5stelle più subalterno al PD. Certamente significa abbandonare alcuni aspetti (contro la casta, vaffa per tutti, nessuna alleanza con nessuno, ecc.) che hanno fatto nascere e crescere il M5stelle, ma quella era una caratterizzazione di quella fase, mentre oggi è diventata esplosiva la guerra e la povertà, che è conseguenza diretta della guerra.

L'aspetto su cui è necessario incalzare Conte è la necessità di passare dalle parole ai fatti, alla mobilitazione nella società, nelle piazze, contro la guerra e la povertà, collaborando con quelle personalità indipendenti che si stanno battendo, spesso in solitudine e coraggiosamente, contro la guerra, come Di Battista, Orsini, Basile, Odifreddi.

Per questo noi dobbiamo sostenerlo quando assume posizioni controcorrente, contro la guerra, la Nato e la Ue, incalzandolo unitariamente e positivamente, a costruire un terzo polo alternativo sia al cd che al cs, una coalizione contro la guerra e la povertà (dilagante), per la cooperazione economica pacifica - assieme ad altri paesi europei che si liberino dalla gabbia della Nato - con la Russia, la Cina e i Brics per superare la crisi economica e per la ripresa industriale, e soprattutto a costruire un movimento di lotta contro la guerra e la povertà. Senza cedere agli appelli unitari "antifascisti" del Pd e Avs.

Anche perché molte cose che avverranno in Italia dipenderanno da quello che avverrà nei prossimi giorni e nei prossimi mesi nel mondo, in una situazione internazionale in movimento, dalle vicende americane col passaggio pieno di incognite da Biden a Trump, alle vicende europee con la crisi e la sua evoluzione nei due principali Stati europei (Francia e Germania).


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