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Romania, elezioni: regole democratiche riviste a comodo per l'Occidente
di
Francesco Dall'Aglio
I sondaggi, si sa, lasciano il tempo che trovano e a farci troppo affidamento si fa una brutta fine.
Però quello che dava Călin Georgescu, filorusso e anti-Nato, al 63% contro il 37 della sua avversaria, era l'ultimo per il secondo turno delle elezioni presidenziali in Romania, che si sarebbero dovute tenere domenica ma che sono state annullate dalla Corte Costituzionale e rimandate a data da destinarsi, per "aggressivi attacchi ibridi" russi sul voto.
Elena Lasconi, che i sondaggi davano appunto come perdente, ha protestato definendo la decisione della Corte illegale e immorale.
Il Presidente Klaus Iohannis, il cui mandato scadrebbe il 21 dicembre, ha comunicato che rimarrà al suo posto finché non sarà eletto il suo successore.
L'ordine basato sulle regole continua la sua marcia trionfale.
Il morale è alto, il rancio ottimo e abbondante, la vittoria finale a un passo.
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