L'asino di Gaza e il Festival di Sanremo
di Cristiano Bordin

"Il mio asino è morto a Gaza City colpito d una scheggia. Oggi un asino è più prezioso dell'oro".

La frase di uno dei tanti profughi palestinesi racconta una condizione: quella di chi ha perso tutto e ha unicamente l'obiettivo di sopravvivere. Non sapendo nè dove nè come riuscirci.

Una condizione comune ad un po' a tutto il Medio Oriente.

Il Libano è poco più grande delle Marche e non ha nemmeno 6 milioni di abitanti: ospita un milione e mezzo di profughi siriani e più di 300 mila profughi palestinesi attraversando una crisi economica spaventosa.

In Siria la guerra dura da 13 anni e le condizioni - ce lo dice l'Unhcr - sono disastrose: il 90% vive al di sotto della soglia di povertà, la guerra in Libano ha portato migliaia di siriani a fuggire da quel paese per tornare Siria dove troveranno ancora guerra e distruzione. Sotto attacco dell'avanzata degli islamisti siriani ora raccolti sotto la sigla Hts, sostenuti dalla Turchia, anche le zone liberate del Kurdistan,

"Siamo impegnati a difendere militarmente la popolazione, accogliere i profughi e proteggere gli sfollati - dice Salih Muslim dell'Unione Democratica Curda - L'opinione pubblica deve conoscere queste forze, alcuni parlano di forze di opposizione ma non è così. E l'essere legittimati li rende ancora più pericolosi dell'Isis. Noi abbiamo visto e subìto i loro massacri e speriamo che a comunità internazionale non ci lasci soli come ha già fatto. Speriamo non sia così anche questa volta".

L'Europa è in una bolla fatta di crisi politica ed economica e si volterà dall'altra parte come se tutto questo non la riguardasse.

L'Italia è una bolla nella bolla: il titolo della prima pagina di oggi di Repubblica è "La Rai rischia di perdere il festival di Sanremo".

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