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05 dicembre 2024
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Suicidi fra i soldati israeliani in crescita
di Franca Rissi

Il capo del cosiddetto Consiglio nazionale per la prevenzione del suicidio in "Israele", Gil Zaltsman, ha messo in guardia da uno "tsunami di salute mentale" e da un aumento dei casi di suicidio alla luce della guerra con il Libano, aggiungendo che le visite ai centri di crisi e di salute mentale i centri hanno visto un aumento del 40% nell’ultimo anno.

Di conseguenza, Zaltsman ha chiesto di ridurre l’accesso alle armi da fuoco tra i coloni e ha suggerito di chiedere se il suicidio sia stato contemplato tra coloro che richiedono una licenza per armi da fuoco.

Ha anche chiesto un aumento degli stipendi dei terapisti e degli psicologi, nonché l'accelerazione del budget per il programma di prevenzione del suicidio del Ministero dell'Istruzione, chiamato "I Chose Life", da 2,5 a 5 milioni di shekel.

Nello stesso contesto, il capo della commissione sanitaria e membro della Knesset Yoni Mischeraki (del partito Shas) ha riconosciuto che "le stesse crisi psicologiche scoppiate durante quelle ore orribili [del 7 ottobre] continuano a colpire la società israeliana fino ad oggi".

Ha affermato che l'espansione del budget del programma nazionale di prevenzione del suicidio non è sufficiente, esortando il Ministero dell'Istruzione a stanziare fondi aggiuntivi per il programma "I Chose Life", oltre a quelli forniti dal Ministero della Salute. A ciò si aggiunge anche la rivelazione che i fratelli dei prigionieri israeliani rimpatriati non hanno alcun supporto psicologico.

Secondo il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, almeno sei soldati israeliani sono morti suicidarsi negli ultimi mesi, secondo quanto riferito a causa del grave disagio psicologico causato dalle guerre prolungate nella Striscia di Gaza e nel Libano meridionale.

L’indagine ha indicato che il numero effettivo di suicidi potrebbe essere più elevato, poiché l’esercito israeliano non ha ancora rilasciato dati ufficiali nonostante abbia promesso di farlo entro la fine dell’anno.

Il rapporto ha anche evidenziato una crisi di salute mentale più profonda all’interno dell’esercito israeliano, rivelando che migliaia di soldati hanno cercato sostegno presso cliniche militari di salute mentale o psicologi sul campo.

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