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05 dicembre 2024
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Gaza ultimo atto
di Rossella Ahmad

Sembra che le carte siano quasi tutte sul tavolo.

Il progetto di svuotamento di Gaza e Cisgiordania, che in questo momento si sta realizzando attraverso massacri quotidiani per "snellire" il numero di popolazione da riversare nei campi già predisposti da anni nel Sinai ed in Giordania, fa parte di un ben più vasto disegno che noi ben conosciamo , e cioè la costituzione di un Erez Israel come centro propulsivo del governo sionista mondiale/globale, che già esiste nei fatti e che vediamo all'opera nei nostri paesi e soprattutto in quelli arabi.

La costituzione dello stato d'israele ha visto non a caso la nascita parallela di tutte le monarchie del Medioriente, create con lo scopo di proteggere il nuovo stato e contenere le legittime resistenze dei popoli dell'area. Due soli tentativi arabi di smarcarsi da questa infiltrazione in anni più recenti, e cioè l'Algeria e l'Egitto con la vittoria del fronte islamico in elezioni libere e trasparenti, hanno causato l'intervento armato dell'occidente, il rovesciamento dei governi democraticamente eletti e l'assassinio coatto dei loro membri.

La demonizzazione dell'Islam attraverso il braccio armato della stampa ha fatto il resto presso popolazioni occidentali completamente ignare dei meccanismi perversi alla base di questo progetto di dominance.

Gli avvenimenti in Siria rappresentano un'ulteriore carta scoperta su ciò che in questo momento si sta predisponendo. L'ho detto e lo ripeto. Non è un caso che la tregua in Libano - una finta tregua, perché in Libano i pirati internazionali torneranno a breve - sia stata accompagnata da un'improvvisa riesumazione dei "ribelli" siriani, questa oscena accoilta di predoni che comprende curdi ed ucraini e che strumentalmente indossa la farlocca maschera dell'islamismo per raccogliere consensi tra masse ugualmente ignare degli stessi meccanismi di manipolazione.

Il tempismo è tutto. I "ribelli", già fotografati negli ospedali di Tel Aviv mentre stringono la mano al macellaio Mileikowsky e già dichiaratisi pronti a riconoscere israele non appena sia rimosso l'elemento di contrasto, ossia l'attuale governo siriano, hanno scelto con cura il timing. L'indebolimento di Hezbollah dal lato siriano è propedeutico alla già pianificata conquista e polverizzazione del Libano.

Poi il cerchio si chiuderà anche attorno all'Iran, con qualche incognita in più in questo caso. Gli eventi sono complessi, è vero. Gli attori in ballo tanti e ciascuno con i suoi interessi da perseguire.

La verità in tasca non ce l'ha nessuno, tantomeno io. Ma quando si palesa la presenza dell''attore principale, tutto diventa magicamente più chiaro.

Dimenticavo la Russia. Anche il suo contenimento attraverso la proxy war ucraina è funzionale agli eventi che si susseguono in Medioriente con una rapidità impressionante, a riprova del fatto che tutto viene pianificato con larghissimo anticipo e secondo un progetto unitario, che lega gli avvenimenti con un filo rosso che è oramai impossibile non vedere.

Ultima cosa: la rielezione di Trump, che tanti nel "dissenso" hanno erroneamente salutato come evento salvifico, chissà in base a quale intuizione o ragionamento, è anch'essa propedeutica alla fine della questione palestinese. Nel sangue, però.

Il finto eroe del dissenso si è difatti premurato di far sapere ai gazawi che, se non verranno liberati gli ostaggi entro gennaio, gli USA scateneranno l'inferno in Medioriente: "Dite all'uomo che siamo già nell'inferno e che la nostra vita non è un parco-giochi".

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