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Mandati d'arresto: all'attacco dei giudici
di
Rosa Rinaldi
Uno degli indici chiarissimi della distribuzione della civiltà normativa nel mondo è la risposta ai mandati di arresto spiccati dalla Corte penale internazionale nei riguardi dei Netanyahu e Gallant, accusati di crimini di guerra e contro l' umanità (tra cui l'assedio per fame e per sete, con cui stanno facendo morire di fame migliaia e migliaia di palestinesi).
(Anche se diciamo che la Corte poteva fare un passo in più e procedere anche nei riguardi di Smotrich e Ben-Gvir, i kahanisti diretti mandanti delle atrocità che accadono da anni e anni in Cisgiordania...).
In Israele, da ogni parte (con l'eccezione di poche vocim come Orly Noy) la notizia è stata accolta, manco a dirlo, con i soliti riferimenti all'antisemitismo, tirando in mezzo pure l'Affaire Dreyfuss.
Niente di nuovo sotto al sole, dunque, se non fosse che questo continuo ripescaggio di categorie dalla tassonomia storica della Shoah contraddice quelli che ritengono la shoah un "assoluto storico", per cui, per esempio, ciò che fa Israele non può essere paragonate a ciò che facevano i nazisti.
Perché le vittime non possono diventare carnefici. E come no. Si è visto.
Siamo di fronte, invece, ad una nuova categoria di Male assoluto, quella che anche ieri e oggi ha permesso che si bombardassero ospedali e tende e uccidere centinaia di persone, compresi i bambini con attaccato ancora il biberon...
Le dichiarazioni più strambe contro la CPI le troviamo, però, ovunque: dagli Stati Uniti - dove qualcuno minaccia di invadere niente di meno la Corte facendo riferimento a un Hague invasion Act - passando per casa nostra, dove c'è chi chiede di smantellare direttamente la CPI, di fuoriuscire dai trattati o, come Crosetto, che giudica l'ordinanza "sbagliata".
In base a quale principio lo sa lui.
Per non parlare di Tajani e Salvini.
Tutto, pur di non ammettere che Israele sta massacrando in tutti i modi possibili una popolazione inerme e che per diritto internazionale dovrebbe proteggere.
Israele non sta uccidendo solo persone inermi, ma sta disintegrando anche ogni residua e sparuta parvenza di quella ipocrisia che faceva credere che il mondo "civile" si reggesse su basi non arbitrarie, ma normative universalmente condivise.
Come diceva de Andrè:
"Una volta un giudice
Giudicò chi gli aveva dettato la legge.
Prima cambiarono il giudice
E subito dopo
La legge".
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