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16 novembre 2024
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Sionista per Twitch è un insulto e censura i pro-Pal
di Aurora Gatti

La parola sionista è un insulto. E' il sottinteso della nuova "Politica sui contenuti odiosi" adottata da Twitch che include il vocabolo fra i termini offensivi.

La piattaforma ha affermato in un post sul blog che ora sarà vietato utilizzare il termine per attaccare o umiliare individui o gruppi in base al loro background o alle loro convinzioni religiose.

"Utilizzare il termine 'sionista' per riferirsi al movimento politico, sia in sostegno che in critica, non viola la nostra politica", ha chiarito Twitch.

"Tuttavia, non sarà consentito usarlo come insulto o per denigrare gli altri in determinati contesti." La piattaforma ha riaffermato il suo obiettivo di promuovere “discussioni sicure” frenando al contempo il “discorso di incitamento all’odio”.

In sostanza, la mossa è vista come un tentativo di confondere l’antisionismo con l’antisemitismo, poiché le accuse di sionismo contro altri sono ora di fatto censurate.

La scelta della piattaforma deriva dalle pressioni di personaggi come il deputato Ritchie Torres (D-NY) e organizzazioni come l’Anti-Defamation League, che hanno criticato la piattaforma di proprietà di Amazon per non aver affrontato adeguatamente le accuse di “antisemitismo”.

Il CEO di Twitch Dan Clancy ha ribadito in un post sul blog all'inizio di questo mese che "l'odio e le molestie non hanno posto su Twitch".

Dall’inizio del genocidio di Gaza, le voci filo-palestinesi hanno dovuto affrontare una repressione crescente. Twitch è solo l’ultima piattaforma di social media ad adeguare le proprie politiche relative al discorso sul genocidio di Gaza.

Nel 2023, Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto in cui dettagliava che Meta, la società madre di Facebook e Instagram, aveva sistematicamente censurato le voci filo-palestinesi. Il loro rapporto ha documentato la rimozione e la soppressione indebita di contenuti a sostegno dei diritti umani palestinesi.

La piattaforma ha recentemente affrontato varie critiche, comprese accuse di aver disabilitato le iscrizioni per gli utenti nei territori occupati nell'ottobre in seguito all'inizio della guerra nel 2023.

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