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WhatsApp ai giudici: impresa informatica israeliana spia gli utenti
di
Tamara Gallera
Che Israele sia ben inserita nel settore informatico non solo a livello commerciale ma proprio per il controllo (e l'hackeraggio) di account e dispositivi in tutto il mondo era cosa nota. Adesso, tuttavia, i documenti legali della causa in corso tra il gruppo israeliano NSO e WhatsApp hanno rivelato per la prima volta che l'azienda israeliana di armi informatiche, piuttosto che i suoi clienti governativi, è responsabile di "installare ed estrarre" dati dai telefoni cellulari presi di mira dal suo software di hacking. Lo scrive il Guardian.
Queste rivelazioni sono emerse dalle deposizioni giurate dei dipendenti del Gruppo NSO, alcune parti delle quali sono state rese pubbliche giovedì. La causa, intentata da WhatsApp nel 2019, fa seguito alla scoperta da parte dell'app di messaggistica che 1.400 dei suoi utenti, tra cui giornalisti e attivisti per i diritti umani, erano stati presi di mira dallo spyware di NSO per un periodo di due settimane.
Il caso di WhatsApp è incentrato sulle accuse secondo cui è l'azienda israeliana, e non i suoi clienti governativi internazionali, a gestire lo spyware. NSO ha costantemente affermato che la sua tecnologia è progettata per combattere crimini gravi e terrorismo, con i clienti vincolati da accordi per evitare l'uso improprio del software. La società ha inoltre affermato di non essere a conoscenza del target dei suoi clienti.
Quest'ultimo sviluppo arriva cinque anni dopo che WhatsApp, di proprietà di Facebook, haintentato una causa e fa seguito alla decisione dell'amministrazione Biden di inserire nella lista nera NSO nel 2021. L'azienda israeliana è nota per aver prodotto Pegasus, considerato uno degli strumenti di hacking più avanzati al mondo, che ha è stato utilizzato da paesi come Arabia Saudita, India, Emirati Arabi Uniti, Messico, Marocco e Ruanda per prendere di mira dissidenti e giornalisti.
La tempistica di questa rivelazione è significativa nel contesto della recente vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali del 2024. NSO ha esercitato pressioni sui parlamentari statunitensi per farsi rimuovere dalla lista nera, e il ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe potenzialmente modificare la politica statunitense sull’uso di spyware.
E' probabilmente per questo che WhatsApp sta spingendo per un giudizio sommario nel caso contro NSO Group, chiedendo al giudice di pronunciarsi immediatamente. NSO, tuttavia, si è opposta alla mozione.
Il giudice Phyllis Hamilton ha consentito a WhatsApp di presentare la sua argomentazione, comprese le deposizioni precedentemente redatte che erano state tenute nascoste al pubblico. In una deposizione, un dipendente di NSO ha rivelato che i clienti dovevano solo fornire il numero di telefono della persona che volevano controllare, mentre il sistema gestiva il resto automaticamente. Ciò significava che la NSO israeliana, e non i suoi clienti, controllava il processo e accedeva ai server di WhatsApp mentre progettava e aggiornava continuamente Pegasus per hackerare i telefoni presi di mira.
Durante l'interrogatorio del team legale di WhatsApp, un dipendente di NSO ha ammesso che la principessa Haya di Dubai era stata una delle 10 persone il cui attacco era stato così gravemente offensivo che NSO ha interrotto il servizio.
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