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Sudafrica alla CIJ: Israele usa fame come arma di guerra
di
Gabriella Mira Marq
Martedì il Sud Africa ha affermato che le prove fornite nel caso del genocidio contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia (ICJ) mostrano come Tel Aviv stia usando la fame come arma di guerra, con l’obiettivo di spopolare Gaza attraverso uccisioni di massa e sfollamenti forzati.
“Le prove dimostrano inequivocabilmente che gli atti genocidi di Israele hanno l’intento speciale di commettere un genocidio nella Striscia di Gaza. Il suo fallimento nel prevenire il genocidio e l’incitamento al genocidio e il suo fallimento nel punire coloro che incitano e commettono atti di genocidio”, ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri Ronald Lamola nella capitale Pretoria.
Lamola ha sottolineato che tutti i Paesi hanno la responsabilità di prevenire e punire il crimine di genocidio.
Un memoriale dettagliato presentato dal Sud Africa all’ICJ il 28 ottobre contiene prove che mostrano come Israele continui a violare la Convenzione sul genocidio del 1948 promuovendo la distruzione dei palestinesi che vivono a Gaza uccidendoli fisicamente e privandoli dell’accesso all’assistenza umanitaria.
Ciò sta causando condizioni di vita mirate alla distruzione fisica dei palestinesi, suggerisce inoltre. Il Sudafrica rileva inoltre che Israele sta ignorando e sfidando diverse misure provvisorie ordinate dalla Corte internazionale di giustizia.
Lamola ha affermato che il Sudafrica condanna la diffusione della disinformazione riguardante il caso di genocidio presentato contro Israele, sottolineando che tali sforzi mirano a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dal genocidio in corso che si sta svolgendo in bella vista a Gaza.
Ha affermato che il Sud Africa post-apartheid ha costantemente sostenuto i diritti inalienabili del popolo palestinese, compreso il fatto che Israele ponga fine alla sua occupazione illegale che cerca di negare al popolo palestinese il diritto all’autodeterminazione.
“Il nostro approccio di principio è saldamente radicato nella nostra esperienza di colonialismo e apartheid, nel diritto internazionale e nelle carte delle Nazioni Unite, il cui scopo principale è quello di proteggere le generazioni future dal flagello della guerra”, ha affermato.
Lamola ha affermato che il suo Paese ha ripetutamente portato la causa palestinese su piattaforme multilaterali, amplificando la lotta sulla scena internazionale.
Il Sudafrica ha presentato il caso di genocidio contro Israele presso il tribunale dell’Aia alla fine del 2023, accusando Israele, che ha bombardato Gaza dallo scorso ottobre, di non aver rispettato i suoi impegni ai sensi della Convenzione sul genocidio del 1948.
Diversi paesi, tra cui Turchia, Nicaragua, Palestina, Spagna, Messico, Libia e Colombia, si sono uniti al caso, che ha iniziato le udienze pubbliche a gennaio.
A maggio la Corte ha ordinato a Israele di fermare la sua offensiva nella città di Rafah, nel sud di Gaza. È la terza volta che la giuria di 15 giudici ha emesso ordinanze preliminari cercando di contenere il bilancio delle vittime e alleviare le sofferenze umanitarie nell’enclave bloccata, dove il numero delle vittime ha superato le 44.000.
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