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Israeliani emigrano più di prima e tornano sempre meno
di
Franca Rissi
Lunedì il sito di notizie israeliano Ynet ha riportato un aumento significativo dell’emigrazione dai territori palestinesi occupati, con i dati rilasciati dall’Ufficio centrale di statistica (CBS) e analizzati dallo Shoresh Institution for Socioeconomic Research che mostrano un aumento del 42% nel numero di israeliani che scelgono lasciare "Israele".
Questa tendenza, osservata prima dello scoppio della guerra, ha subito un’accelerazione da quando l’attuale coalizione, guidata dal primo ministro Benjamin Netanyahu, è salita al potere e ha avviato modifiche legislative che incidono sull’equilibrio di potere tra i rami del governo.
Secondo le statistiche della CBS, 24.900 israeliani hanno scelto di vivere all’estero nel 2023, rispetto ai 17.520 degli anni precedenti.
Anche il numero di israeliani di ritorno dall'estero è diminuito del 7%, con solo 11.300 rimpatriati, in netto contrasto con la media degli ultimi dieci anni di 12.214.
Questa disparità ha creato un divario del 44% tra emigranti e rimpatriati, segnando quello che gli analisti descrivono come un “modello migratorio statisticamente significativo”.
Il rapporto, redatto dalla Shoresh Institution, esamina le scelte migratorie dei coloni nati nella Palestina occupata, perfezionando i dati per escludere nuovi coloni, in particolare quelli provenienti dalla Russia e dall’Ucraina, i cui arrivi in precedenza avevano distorto le statistiche sulla migrazione più ampie.
Isolando i dati relativi agli israeliani nati nella Palestina occupata, il rapporto fornisce una visione più chiara delle tendenze dell’emigrazione che colpiscono i coloni di lunga data.
Gli autori del rapporto hanno avvertito che questa crescente emigrazione potrebbe porre notevoli sfide socioeconomiche se la situazione politica e di sicurezza di Israele rimane turbolenta. Sottolineano che i numeri in aumento indicano serie preoccupazioni, indicando "disagio socio-economico e politico" in "Israele" che richiede un pronto intervento da parte del governo.
Nella loro conclusione, gli autori del rapporto sostengono “iniziative strategiche” per affrontare le cause di questa migrazione, esortando la leadership israeliana a considerare politiche volte a trattenere la popolazione e incoraggiare i rimpatriati.
"È imperativo che Israele sfrutti queste intuizioni per garantire il proprio futuro demografico ed economico", afferma il rapporto, sottolineando che affrontare le determinanti della migrazione potrebbe essere cruciale per stabilizzare il panorama socioeconomico israeliano negli anni a venire.
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