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Netanyahu chiede rinvio sua deposizione nel processo in cui è imputato
di
Mauro W. Giannini
Lunedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto alla corte di ritardare di circa 80 giorni la sua testimonianza nel processo per corruzione, citando la preoccupazione per gli attuali conflitti a Gaza e in Libano.
Secondo l'emittente pubblica israeliana KAN, il team legale di Netanyahu ha presentato una richiesta al tribunale distrettuale di Gerusalemme per ritardare la sua testimonianza, sostenendo che non ha tempo per prepararsi alla testimonianza visti gli attuali sviluppi della guerra.
Netanyahu è accusato di corruzione, frode e abuso di fiducia. Il premier israeliano, però, ha negato ogni addebito. La sua testimonianza in aula è prevista per il 2 dicembre. La prima udienza si è tenuta il 24 maggio 2020.
La pausa è stata prolungata a causa della guerra israeliana a Gaza, durante la quale i tribunali hanno operato in modalità di emergenza, concentrandosi solo sulle udienze urgenti.
Durante lo stato di emergenza non sono state presentate richieste e non sono stati collegati eventi straordinari ai casi del Primo Ministrom che sono tre:
Il caso Bezek-Walla!, considerato il caso più grave, riguarda benefici normativi del valore di centinaia di milioni di shekel che Netanyahu avrebbe concesso all’uomo d’affari Shaul Elovitch. In cambio, Elovitch, insieme a sua moglie Iris, sono accusati di aver pagato tangenti per una copertura parziale sul Walla!, sito web controllato da loro.
L'affare dei regali in cui Netanyahu è accusato di aver ricevuto favori dagli uomini d'affari Arnon Milchan e James Packer mentre era primo ministro. Le accuse sostengono che Netanyahu abbia agito a favore di Milchan in varie questioni, danneggiando l'immagine del servizio pubblico e la fiducia del pubblico. In questo caso è accusato di frode e violazione della fiducia.
L'affare Netanyahu-Mosè, che ruota attorno alle conversazioni tra Netanyahu e l'editore di Yediot Ahronoth Arnon "Noni" Mozes. Le conversazioni riguardavano l'aumento della copertura di Netanyahu nel Gruppo Yediot in cambio dell'imposizione di restrizioni al suo concorrente, "Israel Hayom". Mozes è accusato di aver offerto una tangente, mentre Netanyahu è accusato di frode e abuso di fiducia.
Diversi analisti dell'opposizione o indipendenti, nel periodo della guerra a Gaza, hanno lanciato sulla stampa l'ipotesi che essa sia stata un escamotage del primo ministro per salvarsi dai processi.
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