 |
Hamas e Fatah: elezioni USA non cambieranno niente per Gaza e Libano
di
Tamara Gallera
L'alto funzionario di Hamas Osama Hamdan ha confermato lunedì che i recenti colloqui tra Hamas e Fatah in Egitto sulla governance di Gaza sono stati "positivi e franchi". Questa affermazione è in linea con quanto rivelato da una fonte palestinese ad Al Mayadeen, descrivendo come costruttivo l'incontro di domenica sulla gestione e il coordinamento di Gaza.
Intervenendo in una conferenza stampa, Hamdan ha affermato che i colloqui hanno affrontato questioni cruciali a livello nazionale palestinese, con particolare attenzione all’aggressione israeliana in corso a Gaza e alle strategie per contrastare i piani di occupazione della Striscia.
I due partiti hanno anche discusso della formazione di un comitato congiunto per supervisionare i bisogni di Gaza, sottolineando che la gestione degli affari palestinesi a Gaza, in Cisgiordania e nella diaspora dovrebbe essere una questione esclusivamente palestinese, raggiunta attraverso il consenso nazionale.
Hamdan ha osservato che gli incontri tra Hamas, Fatah e altre fazioni palestinesi continueranno nel tentativo di raggiungere soluzioni che sostengano il popolo palestinese, in particolare a Gaza.
Ha anche affermato che Hamas si sta impegnando con partner nazionali, regionali e internazionali per mobilitare gli sforzi per porre fine all’aggressione a Gaza. "Il movimento è aperto a proposte che garantiscano un cessate il fuoco e il ritiro delle forze israeliane", ha detto.
Ribadendo la posizione di Hamas, Hamdan ha sottolineato che la chiave per il ritorno dei prigionieri israeliani a Gaza e per fermare la guerra sta nell'adesione all'accordo raggiunto a giugno. Ha ritenuto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu responsabile della potenziale morte di altri prigionieri israeliani a causa delle azioni dell'esercito israeliano.
Nel suo discorso, Hamdan ha chiesto una maggiore pressione su Netanyahu per impedirgli di bloccare gli accordi, affermando che il primo ministro israeliano ha la piena responsabilità di ostacolare gli sforzi dei mediatori.
Ha criticato la violazione del diritto internazionale da parte dell'occupazione israeliana, descrivendola come uno "stato canaglia" e ha chiesto la sua espulsione dalle Nazioni Unite, affermando che la stabilità regionale e la pace internazionale richiedono un simile passo.
Riguardo alle elezioni presidenziali americane fissate per martedì e al loro potenziale impatto sulle guerre a Gaza e in Libano, Hamdan ha detto: "Indipendentemente dai risultati delle elezioni americane, essi non riguardano Hamas o il popolo palestinese". Ha descritto sia la precedente che l’attuale amministrazione americana come partner nel sostegno all’aggressione israeliana contro i palestinesi.
Hamdan ha esortato la nuova amministrazione statunitense a "dare ascolto alle voci crescenti all'interno della società americana che rifiutano l'occupazione e l'aggressione israeliana" e a "smettere di ostacolare gli sforzi internazionali volti a condannare l'occupazione e riconoscere i diritti legittimi del nostro popolo".
VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA
 
Dossier
diritti
|
|