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04 novembre 2024
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Tribunale di Gaza: lo ha fondato la società civile
di Marilina Mazzaferro

Un gruppo di accademici, intellettuali, difensori dei diritti umani e rappresentanti dei media e delle organizzazioni della società civile si sono riuniti la settimana scorsa a Londra, la capitale del Regno Unito, per lanciare il simbolico “Tribunale di Gaza”, un’iniziativa indipendente che funge da “tribunale di giustizia”. umanità e coscienza."

Guidato da Richard Falk, un illustre esperto di diritto internazionale ed ex relatore speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, il tribunale sta prendendo una strada alternativa alla giustizia internazionale, con l’obiettivo di mettere in luce le voci della società civile nell’esame degli abusi a seguito del conflitto che si è intensificato dopo gli attacchi portati da Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023.

Il Tribunale di Gaza, che si è riunito per due giorni a Londra per i primi incontri preparatori, ha riunito circa 100 partecipanti. Il suo illustre comitato presidenziale comprende gli ex relatori speciali delle Nazioni Unite Michael Lynk e Hilal Elver, insieme ad eminenti accademici come Noura Erakat, Susan Akram, Ahmet Koroglu, John Reynolds, Diana Buttu, Cemil Aydın e Penny Green.

I membri del tribunale comprendono noti intellettuali e avvocati provenienti da vari contesti di tutto il mondo. Fra i partecipanti all'incontro di Londra anche autorevoli personalità ebraiche come Ilan Pappe, Avi Shlaim, Naomi Klein, e altri come Jeff Halper, Ussama Makdisi, Ayhan Citil, Cornel West, , Aslı Bali, Mahmood Mamdani, Craig Mokhiber, Hatem Bazian, Mehmet Karlı, Sami Al-Arian, Frank Barat, Hassan Jabareen, Willy Mutunga, Victor Kattan e Victoria Brittain.

Il primo giorno dell’incontro di Londra si è tenuta una sessione speciale con rappresentanti delle organizzazioni della società civile palestinese e dei gruppi per i diritti umani, che svolgeranno un ruolo cruciale nei lavori del tribunale.

Tra le organizzazioni partecipanti c'erano Law for Palestine, la Rete delle ONG ambientaliste palestinesi, la Rete araba per la sovranità alimentare (APN), Adalah, il Centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele, l'organizzazione palestinese per i diritti umani Al-Haq, BADIL, Al-Mezan Centro per i diritti umani, il gruppo di sostegno ai prigionieri e per i diritti umani Addameer e il Centro palestinese per i diritti umani (PCHR).

Le sessioni del tribunale a Londra si sono concentrate sulla definizione di strategie operative, processi logistici e principi di comunicazione. Secondo gli organizzatori, la seconda fase del Tribunale di Gaza è prevista per maggio 2025 a Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina, dove i rapporti preparati, le dichiarazioni dei testimoni e le bozze di dichiarazioni saranno condivisi con il pubblico.

Si prevede che alla sessione di Sarajevo interverranno rappresentanti delle comunità colpite e testimoni esperti. L’udienza principale del tribunale, parte cruciale dell’iniziativa, è prevista per ottobre 2025 a Istanbul, in Turchia.

A Istanbul, un gruppo di esperti presenterà una bozza delle conclusioni e delle decisioni del tribunale, incorporando testimonianze di testimoni e dichiarazioni di civili e organizzazioni palestinesi colpite dalla crisi.

Il tribunale intende produrre raccomandazioni giuridicamente credibili e aumentare la consapevolezza globale sulla crisi di Gaza. Saranno inoltre annunciate decisioni speciali dotate di autorità e raccomandazioni sulla base degli ultimi sviluppi nel processo del Tribunale di Gaza.

La formazione del tribunale riflette la crescente frustrazione per i limiti e i ritardi percepiti nei sistemi giudiziari internazionali formali, come la Corte internazionale di giustizia (ICJ) e la Corte penale internazionale (ICC), dove i casi riguardanti il ​​conflitto israelo-palestinese sono stati trattati con lentezza.

Nonostante le indagini in corso della ICJ e della CPI – una delle quali include un caso condotto dal Sud Africa contro Israele per presunte violazioni della Convenzione sul genocidio – gli organizzatori del Tribunale di Gaza sostengono che questi organismi ufficiali sono spesso limitati da procedure estese e pressioni politiche esterne.

In una dichiarazione, il tribunale ha sottolineato il suo impegno per l’inclusività e l’accessibilità, invitando i gruppi della società civile palestinese e gli individui direttamente colpiti dal conflitto a presentare prove e testimonianze. Questo organismo, dicono gli organizzatori, mira a colmare una lacuna concentrandosi sull’impatto umano delle politiche e delle azioni di Israele sui civili palestinesi.

Oltre ad affrontare gli eventi recenti, il quadro giuridico del tribunale integrerà i temi del colonialismo e dell’apartheid, contestualizzando le sue conclusioni all’interno del decennale conflitto israelo-palestinese e di eventi storici come la Nakba del 1948 e l’occupazione israeliana dei territori palestinesi dopo il 1967.

Secondo gli organizzatori, il Tribunale di Gaza "trae il suo potere e la sua autorità non dai governi ma dal popolo in generale e dai palestinesi in particolare, che utilizza il patrimonio intellettuale e coscienzioso dell'umanità, con cui chiunque abbia buon senso può essere d'accordo e che può produrre sentenze e documenti ai quali fare riferimento per i problemi futuri."

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