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01 novembre 2024
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I ragazzi di Gaza
di Rossella Ahmad

Come i ragazzi di Gaza, anche noi pensiamo che il fatto che essi girino video di se stessi - tanti: mentre cucinano, mentre rassettano la propria tenda cercando di darle il miglior aspetto possibile, mentre mostrano le proprie abilità qualunque esse siano - possa garantire loro una sorta di immunità dalla morte. O, quantomeno, una sorta di effimera immortalità. Così non è, ovviamente.

Molti sono i volti conosciuti ed amati che dal fatidico ottobre ad oggi ci hanno commosso, divertito, fatto piangere, ridere di gioia e soffrire assieme a loro e che poi, effettivamente, sono stati uccisi. Perderli è stato come perdere un membro della propria famiglia. Perderli ci avrebbe dovuto abituare al fatto che non vi sono eletti, a Gaza. Tutti condividono lo stesso destino, ciascuno può trovare la morte in qualsiasi momento e i feriti di allora possono essere tranquillamente i morti di oggi. Tranquillamente.

Così, qualche giorno fa, chiusi la serata - già notte inoltrata per la verità - leggendo una notizia che poi mi tenne sveglia per lungo tempo. Tra le palpebre serrate, quasi a voler imprimere nella memoria le immagini di Zeina, la bellissima bimba di Gaza che molti riportavano come uccisa nell'ultimo bombardamento sulla striscia, sentivo bruciare lacrime copiose.

Zeina, la sorridente. Zeina, la piena di talenti. Zeina, che voleva diventare parrucchiera e, quindi, si dilettava a pettinare i biondi capelli in acconciature d'effetto. Tanti e tanti i video circolati, di lei che cucinava inginocchiata a terra, con le mani sulla fiamma viva, che preparava piccole leccornie per la famiglia, che acconciava la chioma della sorellina. Una principessa sullo sfondo di un inferno.

La mattina dopo cercai notizie ovunque. Notizie contrastanti, ovviamente. Sembra che Zeina sia salva. Sembra. Per adesso.

Perché chi è salvo in questo momento potrebbe essere sotto cumuli di macerie il momento successivo. È questione di pochissimo: la linea di demarcazione tra vita e morte è sottilissima come in nessun altro luogo mai. Non vi è salvezza definitiva. E, per una Zeina viva, Ve ne sono altre migliaia falciate come inutili entità.

Provate solo per un attimo a pensare a cosa significhi vivere in uno stato di pericolo imminente e costante, una precarietà che riguarda i massimi sistemi: la tua stessa vita e quella dei tuoi cari. Per chi ancora li abbia. La mente vacilla. Per continuare a vivere abbiamo bisogno di pensare ragionevolmente in termini di tempo, futuro, eternità. Che non esiste, ovviamente, ma fino a che siamo vivi ci sembra di sì.

Mandarina cara. A me sembra che Zeina sia ancora viva. Il suo ultimo video risale a qualche giorno fa. Il che, come ho detto, non significa nulla in virtù della estrema determinazione ed impunità nel crimine dei barbari con la stella. Ma qualche notizia raccattata qui e là mi fa ben sperare. Per tutti gli altri piccoli tesori - ventimila: una cifra che farebbe ghiacciare il sangue nelle vene se esistesse ancora qualcosa che abbia a che fare con l'empatia - la speranza è terminata.

Le loro tombe, come ho letto da qualche parte, sono le più piccole ma le più pesanti.

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