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Per i TG sono un centinaio di morti
di
Antonio Greco
Quindi fa più notizia un camion che causa una decina di feriti a Tel Aviv che i morti di Gaza causati dalle bombe di Israele.
Il primo “avvenimento” ha meritato la prima pagina di tutti i giornali e network televisivi, il secondo è stato derubricato in coda con un semplice titolino: “Un centinaio di morti a nord della Striscia”.
Che poi siano di più o di meno ormai è un mero dato statistico, non sono morti ma semplici numeri da inserire in una lugubre contabilità.
Che poi tra questi quasi la metà siano bambini è un altro dato che non merita attenzione, pietà e neanche rispetto.
Sempre ieri i carri armati israeliani hanno sparato sull'ospedale di Kamal a nord di Gaza e distrutto una stazione di ossigeno.
Ma, bontà loro, hanno avvertito che i servizi medici di emergenza sono stati sospesi di fronte alla dura offensiva israeliana, che "tiene sotto assedio i principali ospedali e attacca direttamente ambulanze e squadre di soccorso" da venti giorni.
Pare che almeno dieci case nella zona di Al-Houja a Jabalia siano state devastate dagli attacchi israeliani.
Le vittime, tra feriti e uccisi palestinesi – secondo l’agenzia Wafa – sarebbero 150.
Tuttavia molto più grave, per i media nostrani e non solo, è lo pseudo-attentato di Tel Aviv, dove peraltro l’unica vittima è lo pseudo-attentatore ucciso sul posto da civili armati che hanno evidentemente scelto la “giustizia” sommaria.
Ma quest’ultima circostanza è tutta un’altra storia!
Perché il mantra è sempre lo stesso: Israele ha diritto a difendersi, Israele ha diritto ad esistere.
Secondo alcuni politici di casa nostra: “Difendere Israele equivale a difendere i nostri valori”.
Arrivederci cara umanità!
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