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23 ottobre 2024
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Consiglio di difesa su Gaza e Libano solidale con Israele, che giustifica
di Viola Fiore

L'Italia si conferma al fianco degli alleati israeliani, che non vengono rampognati più di tanto nemmeno quando bombardano i nostri soldati con il fosforo bianco ma sempre vengono giustificati facendo risaltare il ruolo negativo delle controparti.

Oggi anche il Consiglio supremo di difesa riunito al Quirinale ha rinnovato "la vicinanza e la solidarietà della Repubblica Italiana al popolo israeliano ad un anno di distanza dal barbaro attacco di Hamas contro inermi cittadini e reputa indispensabile l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi ancora trattenuti in disumana detenzione" dichiarando di sostenere "convintamente il diritto di Israele alla propria esistenza in pace e sicurezza e alla difesa dagli attacchi, nel rispetto del diritto internazionale e umanitario. Preoccupa il perdurare di gravi e inaccettabili recrudescenze di sentimenti di antisemitismo, da condannare e contrastare con determinazione".

Nello stesso tempo, è stata espressa "profonda preoccupazione per le inaccettabili condizioni dei civili a Gaza, la cui popolazione continua a patire indicibili lutti e sofferenze e ha diritto ad essere sottratta alle distruzioni e alla violenza della guerra". Il Consiglio valuta "urgente raggiungere un immediato cessate il fuoco a Gaza ed assicurare, con efficacia e senza ostacoli, la distribuzione degli aiuti umanitari". Parole che restano lettera morta se chi causa quei lutti può continuare ad agire indisturbato.

Per i componenti il Consiglio, "occorre, con determinazione, lavorare ad una soluzione negoziata tra Israele e Palestina che, con il concorso della comunità internazionale, preveda la creazione di due Stati sovrani e indipendenti" (ma ricordiamo che l'Italia all'ONU si è astenuta sulla risoluzione dell'Assemblea Generale Onu che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, come pure si è astenuta sulla risoluzione per la cessazione dell'occupazione israeliana sui territori palestinesi entro "12 mesi").

Il Consiglio ritiene che gli attacchi missilistici iraniani nei confronti di Israele rappresentino un ulteriore elemento di tensione. Per quanto riguarda la missione UNIFIL, le è stato indirizzato un "ringraziamento, forte vicinanza e senso di gratitudine per l’esemplare professionalità dimostrata nell’assolvimento del mandato".

Il Consiglio ritiene inaccettabili gli attacchi alle forze di pace dell’ONU da parte dell’esercito israeliano e sottolinea come tutte le parti in causa abbiano l'obbligo, ai sensi della Risoluzione 1701 nonché del diritto internazionale, di garantire la sicurezza e l'incolumità del personale e delle strutture dell'ONU.

Tuttavia non vi sono state condanne specifiche per l'azione di Israele, che ha bombardato con fosforo bianco i militari dell'ONU fra cui quelli italiani, come lamentato genericamente da Unifl, che ha parlato di soldati intossicati e come confermato dal Financial Times che ha visionato un rapporto riservato sull'attacco del 13 ottobre quando con due carri armati hanno sfondato le postazioni dell'UNIFIL e ferito 15 militari. Anche se si dice che "Resta centrale la sicurezza e la tutela del personale di UNIFIL".

Ma si è parlato genericamente di "numerosi lanci di ordigni verso Israele e dalle operazioni militari israeliane contro le milizie di Hezbollah", cause dell'aggravarsi della situazione che "rende più che mai importante sostenere le iniziative per il rafforzamento delle Forze armate libanesi (LAF) affinché siano in grado di garantire efficacemente il pieno controllo di tutto il territorio libanese a cominciare dalla Blue Line in cooperazione con UNIFIL".

Anche per il Libano, "Allarmano la sofferenza e le vittime tra la popolazione civile, che versa in condizioni drammatiche a causa del conflitto in corso", sempre indicato genericamente e non specificando chi bombarda i civili libanesi.

In particolare, il Consiglio ritiene che "la rimozione dal Libano meridionale del materiale di armamento illegale, reso ancora più evidente dalle azioni compiute dai miliziani di Hezbollah nell’area presidiata da UNIFIL", possa essere raggiunta solo attraverso la piena partecipazione delle parti alla attuazione della risoluzione delle Nazioni Unite 1701 nel 2006. Anche in questo caso, emerge ora la necessità di "cessare il fuoco e di sollecitare una iniziativa sia all’ONU sia con i Paesi contributori alla missione per rinforzare UNIFIL, in modo da renderla più efficace rispetto al fine per cui è stata istituita".

Con riferimento alla guerra in Ucraina, il Consiglio ha ribadito il pieno sostegno dell’Italia al Paese aggredito nella sua difesa contro l’invasore e la necessità di ricercare prospettive che aprano la via a una pace giusta e duratura in conformità al diritto internazionale. Il Consiglio ha esaminato i principi e punti salienti del piano presentato dal Presidente Zelensky al Governo italiano nel corso della sua recente visita istituzionale. La ricostruzione del Paese alla fine del conflitto sarà di fondamentale importanza e l’Italia può contribuire con gli strumenti di cui il nostro Paese dispone. Si spiega probabilmente così la presenza del ministro Urso alla riunione.

Alla riunione, presieduta dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, hanno partecipato infatti Giorgia Meloni, Guido Crosetto, il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, il Capo di Stato maggiore della difesa, Generale Luciano Portolano, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano, il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti e il Consigliere del Presidente della Repubblica Francesco Saverio Garofani.

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