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Pulizia etnica diciottesimo giorno
di
Alessandro Ferretti
La novità del diciottesimo giorno di sterminio nel nord della Striscia: sono finiti anche i sudari, i lenzuoli usati per avvolgere i corpi dei palestinesi uccisi. Sono finiti insieme alle sacche di sangue, ai medicinali, al cibo, all'acqua. L'unica cosa che non finisce mai sono le munizioni dell'esercito israeliano, perché noi gliene forniamo in grande abbondanza affinché lo sterminio continui fino alla pulizia etnica completa.
Oggi hanno attaccato una scuola nel campo profughi di Jabalia e hanno costretto la gente ad uscirne. Poi li hanno messi in fila e hanno sparato a chiunque osasse muoversi. Ogni maschio di età superiore ai 16 anni viene arrestato, torturato e indagato. Molte persone messe in fila sono malati, come amputati, malati di cancro e bambini piccoli a cui viene chiesto di stare in fila per ore.
Hossam Shabat lavora instancabilmente al nord di Gaza sin dall'inizio del genocidio, è un giornalista che in un anno ha visto gli orrori peggiori.. eppure, come potete vedere nel video, anche lui è palesemente sconvolto non solo dalla furia sterminatrice di un esercito israeliano senza alcun freno, ma dal pressoché assoluto silenzio dei media internazionali sullo sterminio al nord.
Un silenzio così uniforme e tombale su un evento tanto spaventoso non può essere casuale: è la dimostrazione che tutti i grandi media obbediscono a direttive precise emanate da una lobby del genocidio.
Sono sempre stato restio a evocare entità occulte con poteri di controllo su politici e media, ma ormai l'evidenza è talmente solare che non può più essere ignorata. L'informazione sul più grande crimine del secolo è quindi affidata alla buona volontà dei singoli: diffondiamo tutto quello che possiamo, ogni goccia di consapevolezza conta.
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