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Ex direttore dello Shin Bet: leader uccisi vengono sostituiti
di
Giovanni Franza
Un quarto di secolo prima della fondazione di Israele, Jabotinsky articolò un'idea che andò a definire il modo in cui Israele protegge se stesso. Uno stato israeliano avrà successo, scriveva nel 1923, solo se proietterà abbastanza forza da far accettare ai suoi nemici che sia un qualcosa di permanente.
L'uccisione del leader di Hamas, Sinwar, è l'ultima manifestazione di quella premessa. Questa visione è anche il perché ha fatto spallucce davanti alle condanne internazionali per la condotta della guerra di Gaza, ignorando i richiami ad un cessate-il-fuoco.
Per i critici, interni e esteri, questa idea è minata da assunti imperfetti, sia tattici che strategici.
Tatticamente, la politica di assassini mirati suggerisce che un nemico può essere sconfitto anche solo attraverso l'eliminazione dei suoi leader. Ma i nemici uccisi da Israele sono spesso stati sostituiti da leader che hanno reso quelle stesse formazioni più forti e radicate. Questo, a detta di Ami Ayalon, un vecchio direttore dello Shin Bet, l'agenzia di intelligence interna di Israele.
Nel 1992, Israele uccise al Musawi, leader di Hezbollah, solo per vederlo sostituito da Nasrallah, il quale ha reso il movimento una delle milizie, non statali, più potenti al mondo. 12 anni dopo, Israele uccise il leader fondatore di Hamas, Jassin, e il suo successore, al Rantisi, solo per poi vedere quello stesso gruppo prendere il controllo di Gaza nel 2007.
"Abbiamo eliminato Yassin e ci siamo ritrovati con Sinwar", spiega Ayalon.
Dal punto di vista strategico, l'idea non fornisce a Israele alcuna soluzione a lungo termine.
Mentre l'uccisione di Sinwar può, sì, essere un duro colpo che può compromettere le operazioni militari di Hamas, quest'ultima resterà una forza durevole nella società palestinese fino a che gli stessi palestinesi non avranno un'alternativa efficace alla sua violenza.
Fino a che non avranno un orizzonte politico più ampio, supporteranno Hamas. Non perché credano nel concetto radicale di Islam di cui è portavoce, ma perché vedono Hamas come l'unica organizzazione che combatte contro l'occupazione.
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