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Selvaggi barbuti
di
Rosa Rinaldi
Un fondamentalista filoisraeliano sui social chiamava i palestinesi "selvaggi barbuti".
Bene. Loro dunque sono i selvaggi.
Selvaggi barbuti.
Loro.
Non chi ha detto che dopo oltre 200000 morti (stime realistiche) Hamas è stato sconfitto, ma ecco che ora lo resuscitano come pretesto per continuare - letteralmente - a fare pulizia etnica, sparando sulla gente in cerca di cibo, prendendo per fame e sete la popolazione, sparando casa per casa, uccidendo chi non ha potuto o voluto sfollare, perché non sa più dove andare.
" ...Ai Gazawi non resta che sfondare in Egitto o buttarsi in mare...." ha detto l'altro giorno Lucio Caracciolo.
Eh già. Come un branco di animali spinti dai cacciatori sull'orlo di un dirupo, e obbligati a scegliere tra la pallottola e l'abisso.
E qual è il fine di tutto ciò?
Quello che le menti sveglie avevano capito fin dall'inizio (...anche se non ci vuole granché, visto che parliamo di uno Stato colonialista ...): prendersi Gaza.
Ah già i selvaggi, dicevamo.
Si, sono quelli che vengono arsi vivi nelle tende o sepolti vivi dai bulldozer nelle "zone sicure", dette tali dai non-selvaggi.
I selvaggi sono quelli che da anni chiedono alla Comunità Internazionale di non voltarsi dall'altra parte e di aiutare la popolazione locale a cacciare gli occupanti abusivi.
Perché i selvaggi ci ricordano che civiltà vuol dire tutelare i più deboli e gli oppressi.
Ma loro sono i selvaggi, loro, non quelli che bombardano pure i villaggi cristiani, giusto per celebrare la stupidità dei razzisti islamofobici che credono che Israele sia un baluardo contro l'Islam.
Ma i selvaggi sono loro, giusto.
Gli altri, i non-selvaggi, sono però i discendenti di Caino, quello che ha ucciso il fratello per dar luogo alla sua genia. Di non selvaggi, ovvio.
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