 |
Quante divisioni ha il papa? E la UE?
di
Piero Graglia
Si racconta che Stalin, ammonito a Yalta sulle esigenze del Vaticano per quanto riguardava gli assetti europei in vista della sconfitta tedesca, avrebbe osservato "ebbene, quante divisioni ha il papa?".
Oggi il papa è l'ONU. Una organizzazione nata per garantire la pace ed evitare conflitti, ma ostaggio del gioco dei veti incrociati che all'interno al Consiglio di sicurezza è animato dai cinque membri permanenti, obbligati a essere sempre concordi per adottare qualsiasi decisione operativa.
Cinque cardinali uguali agli altri ma, come avrebbe ammonito Orwell, più uguali degli altri, che impediscono al papa ONU di avere divisioni e forza di imporre le proprie decisioni sul resto di vescovi e cardinali di quella ecumene che è il globo.
Ciò che fa ridere, amaramente, è che chi oggi attacca e vilipende l'ONU - Israele - al punto di dichiarare il suo segretario generale persona non grata, è proprio il Paese nato su iniziativa dell'ONU, con la benedizione di tutti i suoi membri di allora, URSS compresa.
Ovviamente vale poco dire che pure Hamas e gli Hezbollah si fanno beffe dell'ONU: quelle sono organizzazioni terroristiche, è prevedibile che abbiano una concezione dell'ordine mondiale tarato sulla sopraffazione e sulla violenza; che sia Israele a giocare il gioco del vittimismo che tutto scusa e giustifica, anche di fronte all'ONU, fa ben più pensare.
Ma non è che l'UE se la veda meglio. Anche lei, come il papa, non ha uno straccio di divisione da far pesare in un contesto in cui parla solo la violenza. Questo gigante economico e commerciale, ma nano politico, e verme militare è guidato da una parte di quei cardinali e vescovi che spesso immobilizzano l'ONU stessa.
Sono 27, uno di loro ha le chiavi dell'ONU (la Francia), proclama a ogni pie' sospinto la santità della sua missione e del suo ministero, ma poi si guarda bene dal condividere le chiavi del regno sovranazionale, e anzi rifiuta di fatto ogni sovranazionalità in politica estera e difesa, come del resto fanno Italia, Germania, Belgio, Polonia, Spagna, ecc.
Neppure l'UE ha le divisioni, manco le guardie svizzere. Ha solo un arsenale di buone intenzioni e qualche tonnellata di armi che vende all'Ucraina senza peraltro avere una minima idea di farne elemento di una politica di ampia visione.
Insomma, siamo nelle mani di chiese e di cappelle, di cori e di chiostri che siedono convinti che solo da soli ce la possano fare. Abbiamo anche i fratacchioni come Salvini, in Italia, che belano di sovranità e di autodeterminazione pensando al loro orticello, mentre Meloni, la suora badessa suprema, sogna di diventare papessa lei stessa, magari abbracciando anche l'Africa in un delirio di onnipotenza alimentato da soldi europei che lei non controlla.
In questo quadro deprimente, velleitarismi e ingenuità, infantilismi e bizzose prime donne si affollano senza posa, vescovi, cardinali e badesse, fratacchioni, prevosti e canonici, curati e sagrestani si agitano, dando la voglia a molti di diventare, definitivamente, recisamente, assolutamente "anticlericali" (nel senso del "clero" internazionale usato nell'articolo)...
VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA
 
Dossier
diritti
|
|