Governo Meloni in difficoltà nella crisi del Libano
di Paolo Mossetti

Nella crisi del Libano il governo Meloni è in difficoltà perché sa di trovarsi di fronte a una prova di forza, e di non potersi giocare più la carta "Italia grande potenza" agitata quando era all'opposizione.

Sa che siamo noi i deboli, e che gli Stati Uniti non punirebbero mai Israele nemmeno se alzasse il livello dello scontro con Unifil. Biden del resto ha fatto cadere nel dimenticatoio l'assassinio di attivisti e lavoratori statunitensi a Gaza, e al momento il Libano non è difeso da nessuno. Forse si sta coltivando qualche reazione sottotraccia a livello europeo, ma per ora sembra poca roba.

Probabile quindi che Meloni possa riconfigurare nella retorica pubblica la ragione di Stato in questo modo, già indicato da influenti commentatori di destra: dire che vanno evitate tra i nostri soldati perdite "inutili" in una missione "inutile", e sposare la lotta a Hezbollah in chiave anti-islamica e occidentalista, negando decenni di destra sociale-mediterranea,

Dovrebbe essere l'opposizione attuale, semmai a rifiutarsi di smorzare i toni (ma il PD, con certe quinte colonne filo-israeliane radicali al suo interno, come può?).

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