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Nono giorno di "genocidio nel genocidio"
di
Alessandro Ferretti
Nono giorno: "un genocidio nel genocidio", ecco cosa sta succedendo nel nord di Gaza.
Israele continua a bloccare tutti i camion che portano cibo, carburante e medicine: da 13 giorni neanche un carico è stato lasciato passare. Il blocco delle ambulanze inpedisce di raccogliere i morti e soccorrere i feriti: nelle strade di Jabalia ci sono 70-80 cadaveri sulle strade e i cani, anche loro affamatissimi, cominciano a nutrirsene. Sono almeno 30 le vittime degli incessanti bombardamenti di ieri, che portano ad oltre 200 il totale dei palestinesi ammazzati da Israele nel nord dall'inizio di ottobre.
Israele continua a disintegrare sistematicamente tutta Jabalia usando automezzi imbottiti di esplosivo e fatti esplodere in mezzo agli edifici residenziali, che distruggono tutto nel raggio di 150 metri. L'unico impianto di desalinizzazione dell'acqua nel nord della Striscia è da ieri fuori servizio, perché l'esercito israeliano ha intimato agli operatori di evacuare l'area pena la morte.
I pozzi sono fuori uso perché è finito il carburante necessario per attivare le pompe. Inoltre, ieri i carri armati israeliani sono entrati dentro il campo profughi e sono arrivati fino a 700 metri dal posto in cui erano rifugiati i giornalisti. Per meglio impedire la fuga degli assediati, i bulldozer israeliani stanno erigendo barriere con la sabbia tra il nord della striscia e Gaza City, che si aggiungono al fuoco dei cannoni, dei cecchini e dei droni.
La nottata è stata un inferno di fuoco e di paura, i bombardamenti e gli spari dei quadricotteri non si sono interrotti per un momento. Stamattina il bombardamento si è intensificato ulteriormente raggiungendo intensità senza precedenti, enormi colonne di fumo e di polvere si alzano da Jabalia.
La situazione degli ospedali è spaventosa: durante l'intera giornata di ieri solo 19 persone (pazienti in terapia intensiva e neonati prematuri nelle incubatrici) sono state evacuate dall'ospedale Kamal Adwan, perché gli israeliani bloccano le loro ambulanze per ore e ore.
Approfittando del pressoché totale silenzio dei media occidentali, Israele si sta mettendo avanti con il lavoro e ha intimato l'evacuazione dei quartieri settentrionali di Gaza City: la popolazione deve spostarsi a sud del corridoio di Netzarim, confermando una volta di più che Israele vuole impadronirsi di tutta la Striscia a nord del corridoio.
Eppure, nonostante i massacri e nonostante il silenzio dei media, continuiamo a sapere cosa sta succedendo grazie a un manipolo di giornalisti che continuano incessantemente a lavorare in condizioni di pericolo estremo e di stress psicofisico continuativo che non sono mai sperimentate prima da nessun giornalista al mondo.
Quando vi viene di definire qualcuno come "eroe", pensate a queste persone che stanno dando tutto e ancora di più per far sì che il mondo possa sapere. Condividere ciò che succede al nord è il modo migliore per far sì che il loro sacrificio non sia vano.
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