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12 ottobre 2024
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Israele: basta la parola
di Rosa Rinaldi

In qualsiasi Tribunale del mondo, sopra tutte primeggia non la parola legge, ma la parola "PROVE".

Se qualcosa non la puoi dimostrare, non esiste.

Questo vale ovunque, sia per i furtarelli di paese che per le grandi stragi organizzate.

Vale ovunque tranne in un caso: per Israele.

Israele bombarda scuole, moschee, chiese, perfino tendopoli e campi profughi, e dice che dentro c'era qualche terrorista. Ma non fornisce mezza prova. Basta la parola.

Israele fa saltare interi palazzi (mentre gli esecutori ridono), provocando migliaia di morti. Scudi umani, dice. Non fornisce mezza prova. Basta la parola

Israele obbliga malati intubati o feriti gravi a morire o a sfollare perché quell'ospedale lì è il quartiere generale di Hamas. Le prove? La parola.

Israele uccide operatori umanitari, giornalisti, spara sui soccorsi e sulla gente in fila per gli aiuti, spara pure sugli aiuti e chi li porta. Sono incidenti dice. Basta la parola.

Israele parla di stupri di massa, una narrazione ormai diventata verità diffusa, ma non fornisce nessuna prova, anzi le inventa di sana pianta e impedisce o ostacola le commissioni internazionali che le prove le cercano per davvero. Niente prove. Basta la parola.

Israele dice che ha l'esercito più morale del mondo, anche se stupra, tortura, uccide, incapretta, fa migliaia di ostaggi. Tutti terroristi gli ostaggi, dice. Basta la parola.

Israele dice che i numeri forniti da Hamas non sono corretti. Quali prove porta? La parola.

Impedisce l'ingresso di aiuti umanitari (dal 1 ottobre a Gaza NORD non entra NIENTE). Non è vero, dice. È colpa di Hamas, dice. Basta la parola.

Israele spara addosso all'ONU che non si toglie di mezzo, Israele non vuole testimoni. Ma dice che è stato un incidente. E a noi? Basta la parola.

E via così, per ogni strage, per ogni crimine, per ogni massacro. Ogni giorno. Da anni.

Quello che sta accadendo non è solo qualcosa che nella storia non si è mai visto.

È qualcosa che riguarda anche il nostro modo di pensare, di vivere, la nostra filosofia morale e politica, il concetto stesso di Verità e Ragione. Perfino la nostra antropologia.

Pensiamo al tipo di uomo che sta nascendo, al quale basterà la parola del violento per ritenere legittima la violenza più spietata e crudele.

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