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Sabato tutti a Roma per la Palestina
di
Sergio Cararo
E adesso fuori Israele dalle Nazioni Unite. Sabato in piazza per la Palestina e il ritiro israeliano dal Libano.
La giornata nazionale di mobilitazione per la Palestina di sabato 12 ottobre avviene dopo la straordinaria manifestazione di Roma del 5 ottobre dove migliaia e migliaia di persone hanno respinto un ingiustificato divieto di manifestare per la Palestina a ridosso del 7 ottobre. A Roma l’appuntamento è nuovamente a Piazzale Ostiense alle ore 15.00. A Milano in Piazza Maciachini alle 15.30, a Firenze sotto la Rai alle ore 16.00.
Decenni di egemonia politica, ideologica, culturale imposta dagli apparati ideologici dello stato israeliani – talvolta con intimidazioni, anatemi e caccia alle streghe sui media, nelle università, nelle istituzioni culturali – si sono sgretolati fragorosamente. Colpa di un pregiudizio antisemita? No, colpa dello smascheramento della protervia e della brutalità del progetto coloniale, annessionista ed ora genocida israeliano contro il popolo palestinese.
Uno Stato al quale è stato permesso per decenni di infischiarsene delle risoluzioni ONU – spesso imposte ad altri paesi a forza di bombe e sanzioni -, di bombardare e uccidere gli operatori, gli ambulatori e le scuole dell'UNRWA, di minacciare i giudici della Corte Penale e del Tribunale Internazionale di giustizia, di definire le Nazioni Unite come “una palude di antisemitismo” e di vietare l’ingresso a Gaza e Israele al segretario generale dell’Onu, oggi non merita più diritto di cittadinanza nella comunità delle nazioni fin qui esistente e definite dalla Seconda Guerra Mondiale in poi.
Israele, in base alla logica del “cane pazzo” evocata molti anni fa da Moshè Dayan, ha deciso che i suoi interessi materiali e la sua visione “messianica” possono fare a meno del resto del mondo tranne gli USA. E’ tempo che il resto del mondo decida che può fare a meno di cooperare con uno Stato che è diventato una minaccia contro tutti gli altri e, forse, anche contro se stesso.
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