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Rompiamo il silenzio sulle prossime ore terribili
di
Alessandro Ferretti
"La minaccia più grande dall'inizio del genocidio".
Il nord di Gaza è stato dichiarato zona militare chiusa: d'ora in poi i 300.000 palestinesi che vi abitano sono equiparati a "terroristi" e verranno trattati come tali.
La situazione è completamente al collasso: il cibo non arriva più, l'ultima panetteria funzionante è stata bombardata e incendiata due ore fa.
I carri armati sono ovunque, il campo profughi di Jabalia viene bombardato costantemente da due giorni e i residenti che cercano di fuggire vengono bersagliati da cecchini e quadricotteri.
Ci sono molti morti e molti feriti sanguinanti sulle strade, che non possono essere soccorsi perché l'esercito israeliano ha distrutto le ambulanze e spara su chiunque cerchi di aiutarli.
Gli ospedali sono al collasso, privi letteralmente di tutto, il carburante per i generatori è praticamente finito. Sono strapieni solo di feriti e malati, ma l'esercito ha intimato che vengano tutti evacuati entro 25 ore, nonostante le centinaia di pazienti critici che non possono essere spostati.
Sempre l'esercito, dopo aver autorizzato il trasferimento di cinque bambini ricoverati in terapia intensiva al Kamal Adwan Hospital verso un altro ospedale, ha fermato l'ambulanza e rapito il medico accompagnatore.
La pulizia etnica è quindi in pieno svolgimento, e la situazione peggiora di ora in ora.
Il giornalista in loco Hossam Shabat, parla di situazione "disperata" e implora un'immediata copertura mediatica.
Le prossime 24 ore saranno cruciali, non facciamole passare nel silenzio.
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