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09 ottobre 2024
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Giornata del 5 ottobre: tre osservazioni
di avv. Federica Borlizzi

1. Il divieto di manifestare

In Italia, le manifestazioni non si autorizzano. Dovrebbe essere necessario un mero "preavviso" alle autorità competenti che posso vietarle solo per "comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica".

Comprovati significa che la valutazione rispetto alla "pericolosità" della manifestazione deve essere riferita ad una situazione concreta, traducendosi in una motivazione puntuale. Disposizione costituzionale (è l'art.17, c.3, Cost) diventata, oramai da tempo, mera fuffa in questo Paese. Le Questure mettono in campo continui ed illegittimi divieti preventivi.

Al regime costituzionale di tendenziale libertà si sostituisce un regime amministrativo in cui alla valutazione da compiere “a valle”, circa la eventuale sussistenza di comprovati motivi che giustificano il divieto subentra una valutazione compiuta “a monte” di incompatibilità tout court di determinate manifestazioni o di determinate modalità di svolgimento delle stesse. Basta andare in Questura per chiedere un presidio per rendersi conto di tutto ciò.

Quanto accaduto, nelle ultime settimane, con la manifestazione per la Palestina segue esattamente questo schema. Si è vietata senza alcuna puntuale motivazione. Un divieto preventivo ed illegittimo.

Non a caso, gli organizzatori hanno presentato ricorso dinanzi all'autorità giudiziaria contro tale diniego. Peccato che il Tar Lazio, pusillanime, abbia "deciso di non decidere" (l'udienza nel merito è stata fissata per il 29 ottobre), pur non avendo fornito il Ministero dell'Interno alcuna documentazione sul reale pericolo per l'ordine pubblico.

2. I bus fermati ed i fogli di via

Decine di bus sono stati bloccati prima di poter giungere a Roma. Le testimonianze parlano di perquisizioni, blocchi degli autobus per ore, identificazioni generalizzate ed illegittime, addirittura misure di prevenzione (i soliti "fogli di via") erogati a manifestanti per il semplice fatto di avere precedenti segnalazioni di polizia. Si tratta di veri e propri abusi messi in campo con la forza di chi sa di poter contare sulla propria impunità.

3. La gestione della piazza

Altra cosa preoccupante della giornata è stata la gestione della piazza a Piramide. Infatti, chi è riuscito ad arrivare nel concentramento -poi autorizzato dalla Questura- si è trovato dinanzi ad uno scenario distopico. Piazzale ostiense era completamente chiuso da camionette e pannelli anti-sfondamento. Una trappola per topi, in cui si poteva entrare solo facendosi identificare ed in cui per molto tempo, anche durante le cariche con gli idranti che sono partite, non si è riusciti ad uscire.

Repubblica titola, ovviamente, solo con i "pali utilizzati come ariete"; le "bombe carte" e le "bottiglie", omettendo delle migliaia di persone presenti che per 3h sono state pacificamente in piazza per portare la loro solidarietà alla Palestina.

La stretta repressiva è stata già avviata da tempo in questo Paese. Il ddl 1660 sarà un ulteriore tassello di un quadro securitario e repressivo che ha subito una violenta recrudescenza negli ultimi anni, si pensi ai decreti "sicurezza" di Minniti e Salvini.

Bisogna difendere il diritto di scendere in piazza. Non assuefarsi ai divieti arbitrari delle questure, all'abuso delle misure di prevenzione, ai fermi e alle identificazioni di massa, a questa repressione pericolosissima di ogni forma di dissenso.

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