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I giovani hanno capito, gli altri recitano slogan mainstream
di
Rossella Ahmad
Mi è capitato di interagire nelle ultime ventiquattro ore con una serie di persone, di varie età - ho scoperto poi, non conoscendo ovviamente i miei estemporanei interlocutori - e di varia estrazione culturale, tutte però accomunate da un dato estremamente sconfortante: non aver compreso nulla della questione palestinese.
Come sia possibile non lo so. Anzi sì: trattasi di persone ottuagenarie inside, poco propense alla comprensione della realtà che le circonda, apparentemente chiuse in una torre d'avorio, genuinamente convinte della giustezza della propaganda mainstream. Di cui ripetono le frasi solite, quelle che ascolto da vent'anni.
Sempre uguali. Passano gli anni, ma le parole non mutano. Come la questione del presepe e dei musulmani. Ogni anno i musulmani spiegano che a loro il presepe in realtà piace, lo amano e non si sognerebbero mai di metterlo in discussione, e perché dovrebbero poi? E tutti gli anni, senza saltarne uno da che ho l'età della ragione, si imbastisce il solito teatrino idiota e provincialissimo sui musulmani che non hanno altre ambizioni nella vita che sabotare il natale dei cristiani della bassa varesotta.
Peggio ancora per ciò che riguarda la Palestina.
Qui siamo nell'ambito del patologico. Fortuna che il loro numero è limitato, perché ci sarebbe da impazzire, altrimenti.
E Israele è stato attaccato. E I palestinesi sono musulmani e quindi intrinsecamente cattivi. E la Palestina non era uno stato. E i paesi arabi non li vogliono, chissà perché. E gli israeliani settemila anni fa. E la stele di tua sorella. E la moneta di Paperinik. E io sono Napoleone Bonaparte. E. E. E.
Cerchi di mantenere la calma. Di spiegare per la miliardesima volta. Provi anche a suscitare qualche curiosità, facendo leva su un genocidio che è sullo sfondo, anzi davanti a te. Punti sui pericoli di una realtà che a breve sarà anche la nostra. Sul senso morale no, quello non si improvvisa..
Del tutto inutile. Tempo sprecato e sottratto a cose più proficue per seguire i voli pindarici della fantasia e del senso logico di persone in evidente difficoltà di comprensione dei fenomeni storici e della semplice realtà circostante.
Un grave peccato, per loro e per me.
Questo per dire che sono stufa di cercare di far comprendere cose ai dormienti. Non ne vale assolutamente la pena. Si aprono nuove realtà, il mondo è vasto ed è giovane.
La generazione Z e la sua immediata comprensione della questione palestinese, senza nessun substrato politico a cui attingere, hanno mostrato senza ombra di dubbio la falsità di una narrativa che è crollata miseramente di fronte ai loro occhi. C'è spazio e speranza per un cambiamento radicale anche dei rapporti di forza in un futuro neanche troppo lontano.
Gli ottuagenari inside lasciamoli al loro destino. Che dormano, e nel frattempo, let them stick in their fucking mind.
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