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06 ottobre 2024
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Bambini senza più fiducia nella vita
di Antonio Matteini

Da un paio di giorni girano online video e immagini in cui si vede la gioia con cui a Gaza è stata accolta la vista dei missili iraniani che solcavano il cielo oltre quel maledetto muro.

Mi sono chiesto: ma quanto profonda deve essere la disperazione di qualcuno per provare gioia nel vedere un missile passar praticamente sopra la propria testa? Un altro missile, come ne passano da un anno, tutti i giorni e tutte le notti.

Quanta rassegnazione deve esserci nel cuore di qualcuno che ha perso tutto, per trovarsi a saltare entusiasta sopra alle macerie di quella che fu la propria casa, aggrappato alla speranza che quella pioggia di fuoco porti un po' di disperazione e distruzione anche di là da quel muro?

Quanto odio e acredine ci si deve essersi trovati a maturare per non sperare neanche più nel recuperare uno straccio di normalità per sé, ma di sperare che essa venga a mancare anche - almeno in parte - al proprio carnefice?

In alcuni di questi video e foto si vedono bambini (quelli che ancora l'unica democrazia del medio oriente non ha trascinato in una fossa comune). Ecco, saranno bambini di una decina d'anni e... per cosa gioivo io a quell'età, mi son chiesto.

La prima cosa che mi è venuta in mente, insieme per fortuna a tante altre, è stata che ero contentissimo quando mi venivano a prendere a scuola e in macchina mi veniva fatto trovare un pacchetto di cioccolatini con il cocco e la nocciola... li adoravo e però bisognava che fossero croccanti, freschi.

Ecco, un sorriso quelli me lo strappavano sempre.

Questi bambini alla stessa età, intorno ad un fuoco, circondati da devastazione e morte, una gioia ancora più profonda, sguaiata, irrefrenabile; la provano grazie a dei missili.

Un adulto è già paradossale che si senta rassicurato e gioisca alla vista d'uno strumento di distruzione in azione davanti ai propri occhi; ma che le stesse emozioni le provi un bambino è qualcosa di davvero tremendo.

Mentre di là da quel muro si ragiona di come uscire da questo pantano, mentre qua ci si può permettere di girare la testa dall'altra parte sperando un giorno di poter esultare per la fine di questa guerra che sembra tutto fuorché destinata a finire alla svelta.

Lì c'è un Popolo, dei bambini senza più nessuna fiducia nella vita.

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