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Gaza: l'inizio della fine
di
Alessandro Ferretti
È confermato, sia da parlamentari del Likud che dai media: le stragi di stanotte sono l'inizio dell'operazione finale di pulizia etnica a fini di conquista del nord della striscia di Gaza.
I carri armati sono tornati e stavolta è per spazzare via per sempre tutti i trecentomila palestinesi che da un anno continuano disperatamente a resistere agli ordini di evacuazione.
Secondo il "piano del generale", dopo l'ordine di evacuazione intimato ieri Israele userà violenza estrema e indiscriminata su chiunque rimanga nelle sue case, e per quelli che si ostineranno a non abbandonare per sempre la loro terra arriverà il blocco completo di ogni fornitura, cibo e acqua compresi.
In questi momenti non riesco a non pensare ai miei colleghi accademici dell'Università degli Studi di Torino, che a maggio/giugno si sono in maggioranza rifiutati di intraprendere un sacrosanto boicottaggio accademico per cercare di impedire i crimini atroci cui stiamo assistendo.
Tutti a dire che erano contrari alle azioni di Israele, ma che il boicottaggio proprio no, signora mia, la libertà accademica degli israeliani viene davanti a tutto, e poi gli atenei israeliani sono il cuore pulsante dell'opposizione al genocidio.
Adesso che siamo di fronte a questi crimini inenarrabili e che gli accademici israeliani continuano indefessi a lavorare per affinare presenti e futuri genocidi, secondo voi qualcuno di questi schifosi ipocriti che si dicevano vicini alle sofferenze dei palestinesi sta dicendo o facendo qualcosa? Ve lo dico io: zero di zero, fingono di non esistere, allargano le braccia e parlano amabilmente d'altro.
La storia quindi si ripete. Un secolo fa gli accademici si piegarono al fascismo, oggi si piegano davanti a un genocidio trasmesso in diretta e certificano così la loro totale e irreversibile bancarotta culturale, politica, umana.
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