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Stanotte 50 attacchi nel nord di Gaza
di
Alessandro Ferretti
Escalation improvvisa stanotte nel nord di Gaza: 50 attacchi aerei in due ore, sotto il fuoco continuo di artiglieria, colonne di fumo si alzano da tutte le parti.
Hossam Shabat è uno dei pochissimi giornalisti rimasti al nord. Da ormai un anno quei pochissimi si recano sui luoghi dei bombardamenti a documentare le spaventose atrocità inflitte sul loro popolo. Lo fanno ogni giorno, da 365 giorni, senza neanche un giorno di pausa. Difficile davvero immaginare come facciano a sopportare il peso psicologico di aver visto così tanti orrori per così tanto tempo.
Secondo Hossam la violenza dell’attacco di stanotte ricorda la ferocia dei primissimi giorni dell’aggressione israeliana. Ci sono ovviamente moltissime vittime, e lo stesso Shabat è vivo per pura fortuna.
È stato preso di mira da un quadricottero israeliano che ha sparato sull’auto dove si trovava insieme a due colleghi, nonostante fosse chiaramente contrassegnata e parte di un convoglio della protezione civile.
Il tentativo di eliminare le ultime voci al nord è estremamente preoccupante sia di per sé che per quello che potrebbe significare, ovvero che Israele sta effettivamente preparando qualcosa di molto grosso. Sappiamo che nelle ultime settimane più voci in Israele hanno chiesto la pulizia etnica completa del nord, e che l’opinione pubblica è “distratta” dall’attacco al Libano e dal duello con l’Iran.
Tuttavia, subito dopo essere scampati alla morte e consapevoli di rischiare la vita ancora più del solito, Shabat e i suoi colleghi hanno ripreso a lavorare per tutta la notte, bomba dopo bomba.
Vogliono solo una cosa: che i crimini non passino sotto silenzio, che il mondo possa continuare a sapere.. e anche noi possiamo (e dobbiamo) fare qualcosa: come conclude Hossam,”se non dovessimo farcela, per favore continuate a parlare di Gaza”.
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