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Germania celebra terrorismo israeliano e terrorizza manifestanti pro Pal
di
Marilina Mazzaferro
Nel contesto delle scene di orrore seguite agli attacchi terroristici di Israele in Libano la scorsa settimana, eminenti sionisti tedeschi non hanno perso tempo ricorrendo ai social media ed esprimendo in tempo reale la loro gioia per la carneficina causata dalle esplosioni controllate dei dispositivi di comunicazione esplosive che hanno preso di mira membri della Resistenza Islamica in Libano - Hezbollah e innumerevoli civili.
“Lotta al terrorismo al livello successivo!” ha esultato su X Ulf Poschardt, caporedattore di WeltN24, parte della società mediatica di destra Axel Springer SE, mentre Jan Fleischhauer, ex editorialista della rivista di notizie Der Spiegel, prendeva in giro il fatto che molte vittime di sesso maschile erano ferite al basso ventre, deridendoli in un inglese goffo con le parole “Colpo alle palle”.
Volker Beck, ex membro del Partito dei Verdi e attuale presidente della società filo-sionista tedesco-israeliana (DIG), ha pubblicato un tweet contenente due meme vili, uno di un cercapersone che mostra il messaggio: "Le vostre 72 vergini stanno aspettando" e l'altro un altro mostra un uomo mascherato in tenuta militare che tiene in braccio piccioni viaggiatori, intitolato "Il nuovo capo delle comunicazioni di Hezbollah".
Oltre a compiacersi del dolore fisico ed emotivo degli altri, questi post volgari glorificano atti di terrorismo e potenziali crimini di guerra e costituiscono pertanto atti criminali perseguibili ai sensi del codice penale tedesco. Sembra che da allora siano stati cancellati dai rispettivi utenti.
All'indomani degli attentati che hanno mutilato migliaia di persone sono state così tante queste espressioni depravate da parte della cosiddetta intellighenzia tedesca, da evidenziare come siano il virulento razzismo anti-arabo e l’islamofobia la vera motivazione dietro il ferreo sostegno della Germania alla guerra israeliana che dura da quasi un anno contro Gaza e ora ha colpito il Libano.
Nelle parole del Lemkin Institute for Genocide Prevention, che ha rilasciato una dichiarazione di condanna particolarmente schietta dopo gli attacchi: “Israele è uno stato genocida completamente fuori controllo e sostenuto da un mondo occidentale che è troppo razzista e islamofobo per preoccuparsene”.
Secondo l’organizzazione berlinese Palestine Speaks, Beck ha “ripetutamente rilasciato dichiarazioni razziste che glorificano la violenza nei confronti di Gaza e dei palestinesi”, aggiungendo che “la banalizzazione, l’approvazione e la negazione di un genocidio e il sostegno alla punizione collettiva di un un’intera popolazione a causa della fame è un reato penale”.
Il giorno prima dell’atroce attacco “israeliano” al Libano, che non è riuscito a suscitare una sola parola di condanna da parte dei due maggiori sostenitori militari di “Israele”, gli Stati Uniti e la Germania, Beck è stato invitato a parlare alla Technische Universität (TU) di Berlino sul tema della antisemitismo, una parola che dal 7 ottobre ha perso ogni significato in Germania poiché viene usata quasi esclusivamente come arma contro palestinesi, arabi e musulmani per mettere a tacere la loro opposizione al genocidio israeliano a Gaza.
Oltre un centinaio di manifestanti si sono radunati davanti alla biblioteca universitaria dove ha avuto luogo il controverso evento e sono stati accolti dalle forze di polizia notoriamente bellicose e anti-palestinesi di Berlino. Due persone sono state arrestate semplicemente per aver esercitato il loro diritto democratico di riunirsi liberamente. Il video mostra una persona che viene portata via violentemente da un'orda di agenti vestiti con pesanti indumenti antisommossa, una scelta non dettata dalla necessità ma intesa a intimidire e creare la falsa impressione che i manifestanti pacifici in qualche modo rappresentino una minaccia per pubblica sicurezza.
Account sui social media come quelli degli attivisti Salah Said e Yasemin Acar, per citarne alcuni, hanno meticolosamente documentato come lo stato di sicurezza tedesco stia terrorizzando i membri del movimento di solidarietà con la Palestina ormai da quasi un anno, incitato dal movimento liberale tedesco, dai media suprematisti bianchi e da un mondo accademico coloniale tristemente antiquato.
L’accademica abolizionista nera Vanessa E. Thompson ha opportunamente riassunto la realtà fascista e il clima di paura nella Germania post-7 ottobre in un articolo scritto in collaborazione dal titolo “Policing Palestine Solidarity: Moral Urban Panics and Authoritarian Specters in Germany”:
“Dopo l’attacco guidato da Hamas del 7 ottobre e la continua distruzione della vita e della cultura palestinese da parte dell’esercito israeliano, tuttavia, il panico morale urbano sulla solidarietà palestinese alimentato dai media, dall’intero spettro politico e dalla società civile tradizionale ha prontamente portato a una la repressione anti-palestinese rende soprattutto i membri palestinesi ed ebrei dei movimenti di solidarietà bersagli di molestie, intimidazioni, denunce e arresti da parte della polizia tedesca in nome della “lotta all’antisemitismo”.
La Germania nel 2024 è un luogo in cui si celebra il terrorismo israeliano e si terrorizza chi mostra solidarietà con i palestinesi.
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