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28 settembre 2024
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Spagna: sciopero generale per la Palestina
di Marilina Mazzaferro

Venerdì in Spagna più di 200 sindacati e organizzazioni non governative hanno avviato uno sciopero generale di 24 ore “Contro il genocidio e l’occupazione in Palestina”.

Nell'ambito dello sciopero nazionale, si sono svolte manifestazioni nella capitale Madrid e in altre grandi città come Barcellona e Bilbao, con gli studenti universitari che hanno sospeso le lezioni in segno di solidarietà.

I sindacati e le ONG hanno affermato che gli attacchi israeliani a Gaza sono diventati "intollerabili", esortando il governo spagnolo a "tagliare immediatamente le relazioni diplomatiche, commerciali e militari con Israele" per impedire la sua partecipazione alla "pulizia etnica israeliana".

I sindacati hanno organizzato diverse manifestazioni nel corso della giornata, tra cui proteste presso le fabbriche che producono attrezzature militari e davanti alla sede del Ministero degli Esteri a Madrid.

Carmen Arnaiz, segretaria delle Attività Sociali presso la Confederazione Generale del Lavoro (CGT), che ha guidato lo sciopero, ha dichiarato: "Abbiamo organizzato questa azione con il sostegno di molte ONG per rispondere alle richieste dei lavoratori palestinesi", ha detto ad Anadolu. Ha sottolineato che “la più grande azione che possiamo intraprendere come sindacati è uno sciopero generale”, definendo lo sciopero simbolico ma significativo.

“Il messaggio che vogliamo inviare al governo spagnolo e al mondo è di interrompere tutte le relazioni con Israele”, ha detto Arnaiz, condannando Israele per la sua “totale violazione del diritto internazionale e dei diritti umani” ed etichettando le sue azioni come genocidio.

Arnaiz ha inoltre sostenuto il controllo delle esportazioni di armi verso Israele e gli investimenti in sanità, istruzione e servizi sociali invece che nelle armi. Ha sottolineato la necessità di manifestazioni globali a sostegno della Palestina.

Ha criticato il divieto di manifestazioni a sostegno della Palestina in diversi paesi europei, tra cui Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Stati Uniti, descrivendole come “fascismo”. Ha definito tali divieti “scandalosi”, citando un recente incidente avvenuto in Germania in cui un bambino è stato denunciato perché portava una bandiera palestinese.

“È incomprensibile che la Germania insegua un bambino di 10 anni solo perché portava la bandiera palestinese e gliela porti via con la violenza”. “Vietare il diritto di protesta e la libertà di espressione è un enorme dilemma, soprattutto per l’Europa, che pretende di essere un leader mondiale in questo senso”. "Mi aspetto che la società civile europea, che a mio avviso non è d'accordo con tali divieti e violenze, reagisca".

“È una cosa terribile vietare una manifestazione contro il genocidio”.

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