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"Questo bastardo non appartiene all'ONU, ma all'Aja"
di
Rossella Ahmad
Lo scandalo vero risiede nel fatto che un volgare assassino di bambini abbia potuto varcare la soglia di un consesso internazionale, che gli sia stata concessa la facoltà di parlarvi e che questo stato canaglia faccia ancora parte dell'ONU. Altri, per molto meno, non avrebbero questa possibilità.
Altri, per molto meno, sarebbero stati cacciati a pedate da ogni consesso internazionale per palese inconciliabilità con qualsiasi elementare parametro di civiltà . Questi sono pirati, che agiscono da pirati.
È il loro unico modo, non ne conoscono altri. I loro mezzi sono quelli del terrorismo spicciolo: piazzare bombe nei telefonini, colpire nel mucchio, livellare palazzi, minacciare e ricattare.
Lo ha fatto anche ieri all'ONU. Il polacco Mileikowsky ha parlato in un contesto internazionale - in realtà quasi da solo, la maggior parte dei delegati ha avuto la decenza di abbandonare la sala, in segno di disprezzo per la sua presenza - ma il luogo era quello.
E sono curiosa di conoscere il nome dei paesi i cui delegati non hanno provato vergogna nel restare al loro posto - minacciando l'intero Medioriente. Ripeto, all'ONU.
E la migliore definizione di questo scempio la dà Jill Stein: "Questo bastardo non appartiene all'ONU, ma all'Aja".
Totò Riina che si presenti al parlamento minacciando di fare saltare tutti per aria se non gli sarà concesso di realizzare i suoi intrallazzi. Questo il senso. E credo che Riina abbia molto da obiettare per questo paragone.
Non sappiamo cosa sia accaduto al leader di Hezbollah. Non importa in realtà. Questi uomini, dal momento stesso in cui si pongono di traverso rispetto al progetto suprematista e genocida sanno che i loro giorni su questa terra sono contati.
Saranno uccisi prima o poi. Loro, le loro famiglie, i loro amici e, purtroppo, chiunque si trovi incidentalmente nel raggio di azione dei pirati internazionali. E, nonostante ciò, non indietreggiano di un passo.
L'ho già detto, lo ripeto. Gli uomini passano, in virtù della mortalità che ci accomuna tutti. Restano le idee. Quelle sono immortali, anzi resistono allo stesso concetto di tempo e spazio.
Dimmi, come fai ad uccidere un'idea?
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