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ONU: la posizione russa su Gaza
di
Marinella Mondaini
Dal discorso di ieri del rappresentante permanente V.A. Nebenzja alla riunione del Consiglio di sicurezza dell'ONU sull'Ucraina: "Oggi, davanti ai nostri occhi, si sta svolgendo una campagna militare assolutamente terribile e disumana. Il Segretario generale delle Nazioni Unite lo ha descritto in questo modo all’inizio di settembre: “In tutto il mio mandato come Segretario generale, non ho mai riscontrato il livello di sofferenza, il numero di vittime e di distruzione che si sono verificati negli ultimi mesi”.
Il conflitto ha già causato la morte di quasi 42.000 persone, tra cui più di 300 operatori umanitari.
Il territorio, dove vivono 2 milioni di persone, è ridotto in rovina ed è diventato inabitabile per molti anni, forse decenni. A. Guterres prima chiamava questa zona un “cimitero dei bambini”, per il fatto che sono morte molte donne e bambini.
E nonostante tutto ciò, da quasi un anno, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non riesce a ottenere lì il cessate il fuoco, richiesto da tutti gli operatori umanitari, senza eccezione, a causa della posizione di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che a tale scopo ha utilizzato per cinque volte il potere di veto.
In queste circostanze, è ovvio il motivo per cui il mondo intero stava aspettando che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite riunisse gli ospiti di alto rango a New York per discutere della situazione a Gaza. Tanto più che i movimenti tettonici, sollevati dalla situazione di Gaza, minacciano di trascinare l’intera regione del Medio Oriente, dal Libano all’Iran e allo Yemen, in un grande e violento conflitto regionale. Solo negli ultimi due giorni, gli attacchi israeliani hanno ucciso quasi 600 libanesi.
Ma i membri occidentali del Consiglio di Sicurezza hanno prenotato questa sala in anticipo proprio a beneficio della pubblicità al presidente ucraino “scaduto”. E se non fosse stato per i paesi arabi e in via di sviluppo che hanno richiesto un incontro il 27 settembre, il Consiglio di Sicurezza non avrebbe discusso affatto di Gaza durante questa settimana.
Il capobanda di Kiev ha deciso di tentare il tutto per tutto e, dopo aver ingannato tutti con pensieri di “pace”, ha deciso di attaccare sconsideratamente la pacifica regione di confine russa. Ma anche qui le cose non sono andate secondo i piani: non ha raggiunto i suoi obiettivi ed è stato costretto a sprecare preziose riserve umane e scarse attrezzature occidentali nella regione di Kursk mentre il crollo del fronte orientale avviene a un ritmo senza precedenti.
Ed eccolo qui, a New York, ancora una volta con la mano tesa (a chiedere l’elemosina) e ancora una volta cercando di convincere l'Occidente ad "alzare la posta in gioco" nel conflitto con la Russia e lasciare che i suoi figli muoiano per l'Ucraina, facendolo diventare così un partecipante diretto al conflitto con una potenza nucleare (la Russia).
Zelenskyj non ha nulla da perdere, ma gli Stati Uniti e i loro alleati, ovviamente, hanno certamente qualcosa da perdere. E sono ben consapevoli del prezzo che possono pagare per un simile tentativo di salvare l'Ucraina. Infine Nebenzja ha parlato della condizione che permetterà di porre fine all’Operazione Militare Speciale russa: “La Russia continuerà l’Operazione Speciale finché i suoi obiettivi non saranno risolti militarmente o finché l’Occidente non permetterà a Mosca di sbarazzarsi pacificamente del regime di Kiev”
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