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Resistenza libanese, pur ferita, continua a sostenere Gaza e i palestinesi
di
Ahmad M. Shakakini
La resistenza libanese - e di conseguenza quella palestinese e araba - ha subito più di un duro colpo la settimana scorsa. Il regime genocida israeliano gode della superiorità tecnologica perché l'Occidente lo rifornisce di tutto ciò che vuole per compiere massacri e terrorismo e perché lo stesso Occidente impedisce agli altri popoli della regione di avere equivalenti tecnologie.
L'Occidente non fornisce tecnologie e armi equivalenti nemmeno ai regimi arabi suoi alleati e servi che hanno normalizzato i rapporti con il regime israeliano: l’Arabia Saudita prima del 7 ottobre stava negoziando più armi e più tecnologie anche nucleari come condizione per normalizzare i rapporti con Israele.
Il regime genocida israeliano ha deciso fin dagli anni Trenta del secolo scorso che nella sua guerra contro gli arabi non avrebbe rispettato alcuna regola morale, legge o tetto. I sionisti hanno avvelenato pozzi e preparato trappole esplosive, autobombe, ambulanze bombe, pacchi bomba e persino animali bomba: durante la guerra civile in Libano, hanno inviato asini bomba nelle aree affollate di Beirut ovest.
Israele ha inventato un sacco di metodi terroristici: far esplodere hotel, dirottare aerei civili, far esplodere aerei passeggeri; e ora far esplodere telefoni e cercapersone. Altro che pomodorini, che per inciso non li hanno inventati gli israeliani, Israele inventa metodi di morte e mutilazione.
L'adesione alle regole e ai valori umanitari è un principio morale, che purtroppo o per fortuna pagano coloro che resistono e lottano per la liberazione e la libertà e che cercano sempre di restare umani.
Per i sionisti, la guerra è tornata come lo era nel 1948 e anche prima: una guerra per la propria esistenza. Dopo il 1948, dopo aver compiuto la pulizia etnica massacrando ed espellendo i palestinesi dalla loro terra, i terroristi sionisti si sentirono a proprio agio e finsero debolezza per elemosinare il sostegno occidentale.
Il tempo di Sinwar e Nasrallah li ha gettati nel panico. Hanno a che fare con nuovi pericoli e con una resistenza con un'agenda chiara, slogan chiari, contraria al processo di Oslo. Questo processo è morto il 7 ottobre e non risorgerà più. La leadership della resistenza è seria e competente, non è più parolaia, emotiva e incapace di negoziare come ai tempi dell’OLP.
Il regime genocida israeliano ha bombardato ovunque e quando voleva ma non osava più bombardare il Libano dalla guerra di luglio 2006 nella quale è stato sconfitto ed umiliato dalla resistenza libanese.
Tuttavia nei giorni scorsi la resistenza libanese è stata ferita come mai prima d'ora. La necessità di una risposta è un elemento essenziale della natura della resistenza, a prescindere da ogni cosa. La natura e il tipo di risposta dipenderanno dai calcoli di una guerra lunga.
I leader della resistenza di oggi non assomigliano per niente ad Arafat, assomigliano più a George Habash, leader dell'opposizione laica e socialista dell'OLP. Sono leader dal respiro lungo, non pensano che la liberazione sarà raggiunta domani o al più tardi dopodomani.
È ridicolo pensare a un salvacondotto per Sinwar da Gaza come quello concesso ad Arafat a Beirut nel 1982. Gli Stati Uniti e il regime sionista pensavano davvero che avrebbero semplicemente replicato lo scenario dell’estate del 1982, quando espulsero l’OLP dal Libano. I colonialisti per fortuna o purtroppo sono anche stupidi oltre ad essere senza etica alcuna. Non imparano nulla dalle loro sconfitte ovunque nel mondo e si dimenticano presto delle scene oscene della loro fuga dal Vietnam, dall'Afghanistan...
Israele beneficia dell'era USA. Ogni crimine israeliano in questa guerra porta l'impronta del duo Joe Biden-Kamala Harris, che
continua da 11 mesi a condurre la guerra di genocidio contro il popolo palestinese, fornendo armamenti e sostegno diplomatico, presidiando con la flotta americana l’aggressione contro i popoli della regione.
Dopo il 7 ottobre, hanno inventato la menzogna dei “colloqui per un cessate il fuoco” per consentire la prosecuzione del genocidio a Gaza.
In Libano tuttavia il popolo è più solidale con la resistenza e si è indebolito il discorso sulla consegna delle armi della resistenza e sull'esclusività delle armi nelle mani dell’esercito libanese: se la resistenza libanese consegnasse le armi, il nemico genocida israeliano verrebbe e massacrerebbe i suoi membri e tutti i membri della loro famiglia come pecore, e il comandante dell'esercito libanese e il governo libanese presenteranno una inutile denuncia alla altrettanto inutile ONU.
Era già successo proprio a settembre, quando l'OLP lasciò il Libano nel 1982 e quando l'esercito israeliano entrò a Beirut ed i palestinesi nei campi profughi di Sabra e Shatila furono massacrati senza pietà.
Consiglio di Sicurezza dell'ONU, Corte di Giustizia Internazionale, Corte Penale Internazionale sono organismi inutili, ridicoli e strumentali.
I governi occidentali e Israele condividono gli stessi valori di colonialismo, razzismo, supremazia bianca e genocidio, tutti strumenti imperialisti per proteggere i loro interessi e privilegi. Tuttavia la volontà e la determinazione dei popoli che lottano per la liberazione è più forte delle tecnologie militari e securitarie.
La resistenza libanese ha retto i colpi, continua a rispondere al nemico e prosegue decisa nel sostegno a Gaza insistendo sul fatto che solo con la fine dell'aggressione contro i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania avrebbero fine le ostilità sul fronte libanese.
Ad ogni modo, per libanesi, palestinesi e arabi non esiste altra alternativa che la continuazione della resistenza. E la storia ha detto che i popoli colonizzati hanno sempre ottenuto il loro legittimo diritto alla liberazione.
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