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23 settembre 2024
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Kamala ridens
di Rossella Ahmad

In nome di un femminismo d'accatto, si sta supportando questa roba qui. Due donne extra-milionarie, coloured entrambe per giunta, espongono il doppio standard nella maniera più plastica possibile. -Se qualcuno entrasse a casa mia, gli sparerei. È Kamala, il sogno dei democratici nostrani, a parlare.

Le risate del pubblico dimostrano solo ulteriormente l'abisso morale in cui è precipitata l'intera società occidentale.

L'intervistatrice, Oprah Winfrey, una delle donne più ricche d'America dicono, non batte ciglio. Ride a sua volta, divertita. Questa donna sarebbe una giornalista, dicono. Neanche per un minuto le balena il pensiero di associare il discorso della donnetta ridanciana a ciò che accade in Palestina.

Dove, per non aver sparato agli immigrati che si impossessavano delle loro case, anzi avendoli accolti ed ospitati nel momento in cui nessuno li desiderava in occidente, i palestinesi si trovano ad affrontare un genocidio tra i più crudeli, chiusi in tanti campi di concentramento all'interno della loro stessa terra.

Di Oprah Winfrey leggo che fu grande amica di Nelson Mandela. Al tempo, si spese per il boicottaggio e le sanzioni contro il Sudafrica dell'apartheid, diventandone una delle voci più risolute. Ma probabilmente non si tratta di tempi diversi. Si tratta di attori diversi, ed, allora come oggi, Oprah avrebbe serbato il più vigliacco dei silenzi se ciò avesse messo in pericolo in qualche modo la sua carriera e la sua visibilità.

Ipocriti al cubo. Semplice spendersi per cause facili, su cui il mainstream non ha nulla di che obiettare. Il Tibet, chessò. La salvaguardia delle balene. Il Sudafrica, appunto.

Belle figure a costo zero, come ben sanno Bono Vox e tutti gli artisti che fingono di non vedere ciò che accade a Gaza, di non sapere. Il loro sguardo orbo sui diritti e sulla semplice decenza umana li ha già qualificati per ciò che sono. Parliamo di persone ormai giunte al capolinea, con carriere quasi terminate, senza neanche la scusante di dover lavorare per bisogno.

Su Kamala la donna che ride non aggiungo molto.

Una considerazione en passant sulla campagna elettorale più stupida di sempre, in cui i due candidati si sfidano su chi sarà in grado di servire meglio gli interessi di Israele, mentre un pubblico lobotomizzato osserva e non insorge.

Anche in questo caso, il lavoro dei mezzi di condizionamento di massa ha ben funzionato, e l'americano medio non percepirà mai la semplice nozione che gli interessi genocidari di una entità straniera stanno fagocitando da tempo immemorabile tutte le risorse che avrebbero dovuto servire a migliorare la sua vita e quella dei suoi figli.

Siamo al grottesco. Il quale è sempre un risvolto del comico, con una voluta sproporzione degli elementi costitutivi di un momento drammatico.

"La situazione è grave ma non è seria".

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