Il prezzo delle azioni di Israele
di Alessandro Ferretti

Gli attacchi terroristici al Libano non sono solo un crimine contro l'umanità e una follia politica (immaginiamoci quanto odio Israele ha suscitato verso di sé e verso la nostra complicità), ma anche una clamorosa pazzia dal punto di vista economico e strategico.

Sui social media cinesi fioccano i post in cui si afferma che le fabbriche cinesi stanno facendo i turni di notte per soddisfare enormi ordini di dispositivi di comunicazione provenienti dal Medio Oriente... e un requisito dei clienti è che l'intero processo di produzione venga svolto tutto all'interno della Cina.

L'attacco terroristico "hi-tech" tanto osannato dai genocidari nostrani è quindi una pietra tombale sulla tecnologia non solo israeliana, ma di tutto l'Occidente che è interconnesso con essa... e naturalmente le conseguenze non si limitano ai dispositivi, ma coinvolgono anche il software.

Tutto ad un tratto la Huawei, accusata di spionaggio da molti stati occidentali e che ha dovuto sviluppare software propri a causa del divieto di utilizzare i servizi Google, diventa la scelta migliore per chiunque preferisca mettersi al sicuro dall'eventualità che il suo smartphone esploda o prenda fuoco all'improvviso, e non solo in Medio Oriente.

Questa conseguenza era ovviamente ampiamente prevedibile, e il fatto che Israele abbia ugualmente sferrato l'attacco mostra che il desiderio di terrorizzare un'intera popolazione ha la precedenza su questioni economiche e strategiche di importanza fondamentale, o che chi ha preso questa non ha neanche la capacità elementare di prevedere conseguenze di così vasta portata.

In entrambi in casi, è l'ennesima dimostrazione che stiamo lasciando il destino dell'Occidente in mano a gente dispostissima a portarci tutti alla rovina pur di inseguire un folle sogno suprematista e genocidario, destinato peraltro a schiantarsi inevitabilmente e con grande fragore contro la realtà... e a pagarne il prezzo saremo anche noi.

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