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19 settembre 2024
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Terrorismo di stato
di Rossella Ahmad

terrorismo
/ter·ro·rì·ṣmo/
sostantivo maschile
L'uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l'ordine, mediante azioni quali attentati, rapimenti, dirottamenti di aerei e simili.

Ciò che è andato in onda nella capitale libanese, esattamente.

Il terrorismo nel significato letterale del termine: colpire per strada, al mercato, sull'autobus, mentre sei in fila alla cassa del supermercato. Inaugurato in Palestina agli inizi del '900 e mai più terminato.

Ho notato che c'è gente a cui fa ridere, questa cosa. Morti innocenti per strada, e ridono. Cinquecento persone che perdono la vista, e ridono.

È gente che probabilmente ha riso finora dei bambini ammazzati a frotte, che ha augurato buon appetito ad un popolo a cui da mesi è sottratto ogni sostentamento, che ha sognato e magari prenotato la villetta al mare sulla costa palestinese rasa al suolo. Forse ride anche dei raid punitivi dei coloni nelle scuole palestinesi: armati di bastone, come villagers delle saghe inglesi dell'800, trasandati, esteticamente repellenti, protetti dai mitra dell'esercito, sono penetrati ieri in una scuola di Jericho, ed usato le loro armi rudimentali sulla testa e la schiena di studentesse ed insegnanti. E probabilmente è colui che da bambino rideva del malcapitato pestato dal bullo del quartiere, per assicurarsene la protezione. Il male in sé, senza bisogno di sovrastrutture dialettiche, di spiegazioni.

Quindi, dai. Mi aspetto un bel meme anche su questo e mi aspetto anche le tue risate di scherno.

Qui siamo oltre la vergogna, gente. Ma anche oltre il concetto di stupidità. Perché se non appartieni alla élite che si autoconserva, cosa caxxo ridi? Pensi che il tuo nome ti garantisca l'immunità e l'impossibilità rispetto al poterti trovare nel luogo sbagliato al momento sbagliato? O che la distopia della morte per remoto possa e debba riguardare sempre necessariamente gli altri? E se il king David Hotel ti sembra un nome esotico, lontano da te nel tempo e nello spazio, pensa ad Ustica ad esempio. O a Marghera. E pensa anche all'eventualità che sul prossimo volo possa esserci tu o tuo figlio. O in fila alla cassa, mentre esplodono ordigni random in tasca al tuo vicino.

Torno agli attacchi terroristici in Libano. E alla differenza di struttura morale con chi un'etica ce l'ha. Non aspettatevi cose del genere dall'Iran, o dal Libano o dai palestinesi. Normalmente affrontano e/o attaccano obiettivi militari. Sparare nel mucchio dei civili non è arte loro. La resistenza ha le sue radici in un'etica non negoziabile che è data dalla cultura, dalla tradizione, dalla lunga e feconda storia. Una differenza abissale.

«Combattete sulla via di Dio coloro che vi combattono, ma non oltrepassate i limiti, chè Dio non ama gli eccessivi» (Cor., 2, 190). La trattatistica musulmana posteriore ha variamente individuato questi limiti da non valicare, ma in estrema sintesi si può dire che: «si tratta della condanna di tutte le forme di tortura e di ogni violenza esercitata su donne, bambini, vecchi, schiavi o religiosi (ruhbàn) e in modo generale di ogni crudeltà esercitata sulla persona di coloro che non partecipano alla guerra (…). Sono ugualmente considerati come una trasgressione della legge divina la demolizione di edifici, di strade e ponti, la distruzione di alberi o dei raccolti, l’incendio, il massacro di animali».

Quest'ultimo passo virgolettato è della prof. Stasolla, dell'Università Roma-Tor Vergata.

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