|
Vittime di mafia: Alberto Giacomelli
di
Pino Maniaci
Lui era Alberto Giacomelli. Aveva sessantotto anni ed era un giudice in pensione di Trapani, con la sua famiglia si era trasferito nella casa di campagna a Locogrande.
Il 14 settembre del 1988 era uscito di casa come ogni giorno alle otto del mattino. Ma quello non era un giorno come gli altri. Venne assassinato con due colpi di pistola, uno alla testa e l'altro all'addome. Il suo corpo venne ritrovato al centro dell'asfalto, dietro la sua Fiat Panda.
Per anni quel delitto restò avvolto nel mistero. Poi, grazie alle confessioni dei pentiti, venne fuori la verità: ad ordinare il suo omicidio fu Totò Riina, perché il giudice aveva firmato il provvedimento di sequestro di beni a Gaetano Riina, fratello del boss, in quel 1988 latitante già da quasi vent’anni.
Proprio in quegli anni era entrata in vigore la legge "Rognoni - La Torre" che aggrediva i patrimoni mafiosi e tra i primi provvedimenti emessi ci furono quelli della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani di cui Giacomelli era il presidente.
Dossier
diritti
|
|