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Popoli vittime
di
Rossella Ahmad
Due date speculari, ed eventi drammaticamente speculari, segnano l'inizio di questo secolo.
Vent'anni di puro arbitrio, in cui l'inaugurazione di un concetto ambiguo come "guerra al terrorismo" (qualcuno mi spieghi cosa significa, per favore), fornisce la foglia di fico per una violenza potenzialmente infinita, che non ha limiti di tempo e di spazio.
Il nuovo mondo che sognavano i neo-conservatori americani è diventato l'incubo di intere popolazioni, falciate, depredate, decimate da una violenza di stato con potere assoluto di vita e di morte, che agisce senza freni né legali né morali.
Una superpotenza che si arroga unilateralmente il diritto di poter colpire chiunque dovunque, al di fuori di qualsiasi schema di legalità universalmente riconosciuta.
Un mondo che soccombe di fronte all'arbitrio, alimentato da decenni di islamofobia . Un Medioriente devastato, con campi di tortura e detenzione, da Guantanamo ad Abu Ghraib, da Ofer a Megiddo, i cui prigionieri perdono qualsiasi contatto con il mondo esterno, per divenire fantasmi, vittime senza giustizia, ologrammi. Vite collaterali.
Quattro milioni e mezzo di vittime accertate.
La guerra al terrorismo" che è stata sferrata contro l'intero Medioriente, devastazione di un' enorme area del pianeta per accaparrarsi le ultime risorse disponibili e ridurre al silenzio "manu militari" chi non fosse d'accordo, ha generato una serie infinita di lutti e distruzioni, mai terminati anzi incrementatisi con le nuove guerre economiche e per procura.
Si stima che, dall'11 settembre 2001 ad oggi, gli USA abbiano causato la rimozione forzata di 59 milioni di diseredati in otto nazioni sovrane ed abbiano sganciato una media di 46 bombe al giorno, nel fare ciò spendendo la modica cifra di 32 milioni di dollari all'ora. Ogni ora di ogni giorno di tutti i mesi dell'anno da oltre venti anni.
"La storia è nostra e la fanno i popoli", disse Salvador Allende.
Ma più spesso ne sono vittime.
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