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Tim Walz osa sulla Palestina
di
Paolo Mossetti
A Tim Walz, running mate di Kamala Harris, hanno chiesto come gestirebbe la crisi in Palestina e, tra varie timidezze:
- ha menzionato esplicitamente Netanyahu per nome per la prima volta da quando è stato nominato
- non ha fatto alcun accenno fuori luogo ad Hamas o incolpato i palestinesi di aver iniziato la guerra
- fa capire che è Netanyahu a impedire la pace.
"Beh, prima di tutto, quello che abbiamo visto il 7 ottobre è stato un atto di violenza orribile contro il popolo di Israele. Loro assolutamente, come ha detto la vicepresidente e come ho detto io, hanno il diritto di difendersi, e gli Stati Uniti sosterranno sempre questo diritto.
Tuttavia, non possiamo permettere che continui quello che sta accadendo a Gaza. Anche il popolo palestinese ha il diritto alla vita e alla libertà. Dobbiamo continuare a fare pressione per avvicinarci a una soluzione a due stati.
Credo che siamo in un punto cruciale ora, e abbiamo bisogno che il governo Netanyahu inizi a fare progressi in quella direzione. Credo anche che coloro che stanno parlando forte in Michigan lo stiano facendo per tutte le giuste ragioni."
Che significa? Che Walz ha il buon senso di ricollocarsi un minimo vicino a ciò che pensano larghe maggioranze di elettori democratici negli Stati Uniti.
Pur se le sue dichiarazioni sono estremamente moderate, mostrano la ritrosia terrorizzata sul tema di Biden e Harris.
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