Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
07 settembre 2024
tutti gli speciali

Dibattito su Gaza nella comunità ebraica italiana
di Paolo Mossetti

«I dirigenti delle comunità ebraiche che danno mostra di ignorare questo abisso sbagliano moralmente, alimentano confusioni pericolose per le ebree e gli ebrei italiani, e non ci rappresentano».

Così il Laboratorio Ebraico Antirazzista, che replica a un intervento del presidente della Comunità ebraica romana, Victor Fadlun, a dir poco indifferente alle gravissime violazioni del diritto internazionale compiute da Netayahu e che menziona le sofferenze palestinesi solo per dire «a Gaza non c’è segno di una rivolta contro Sinwar e le sue milizie, e i civili si trovano a essere usati come scudi umani nelle scuole e negli ospedali trasformati in postazioni per i lanciarazzi». Brava la redazione di Repubblica che è riuscita a farlo pubblicare.

"Siamo sconcertati dalle parole che il presidente della Comunità ebraica di Roma ha affidato al Suo giornale domenica scorsa. A commento dell’uccisione a sangue freddo dei 6 ostaggi israeliani da parte di Hamas, la lettera ci spiega che oggi viviamo ancora nel prolungamento dell’attacco del 7 ottobre, deplora che 330 giorni siano passati “invano”, ed esprime stupore per un fatto ben strano: come è possibile che Israele sia oggi sul banco degli imputati? Proviamo dunque a rispondere a questa domanda, sebbene ci sia difficile comprendere quale forma di cecità possa originarla.

La Corte Internazionale di Giustizia in luglio è stata chiarissima sul contesto di lungo periodo: il regime di occupazione e colonizzazione israeliana nei Territori palestinesi dal 1967 è illegale, e Israele ha il dovere di ritirarsi e di indennizzare i palestinesi - mentre il ‘disimpegno’ del 2005 da Gaza non può essere considerato come la fine dell’occupazione della Striscia. E anche all’interno della Linea Verde i cittadini arabi sono sistematicamente discriminati quanto a godimento dei diritti civili e accesso ai sevizi pubblici. In gennaio, la Corte aveva determinato che era ‘plausibile’ che a Gaza si stesse compiendo un genocidio, e ordinato a Israele di prendere misure per limitare il numero di vittime civili e fornire aiuti umanitari.

Ingiunzioni del tutto ignorate: da allora, dilagano la fame e le malattie, il conteggio (per difetto) dei morti ha superato i 40.000, i giornalisti sono regolarmente presi di mira, si scoprono fosse comuni nei cortili degli ospedali, e i chirurghi di guerra occidentali tornano da Gaza testimoniando di numeri mai visti di bambini con ferite da arma da fuoco alla testa.

In maggio, il procuratore della Corte Penale Internazionale ha chiesto mandati di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità per Netanyahu e per Sinwar. Per l’obiettivo dichiarato di liberare gli ostaggi e debellare Hamas, questi 330 giorni di assalto sono stati effettivamente vani e anzi controproducenti - come previsto fin dall’inizio dalla vituperata sinistra radicale israeliana.

L’obiettivo solo un po’ meno esplicito di ridurre Gaza a un cumulo di macerie e di punirne l’intera popolazione sembra invece pienamente raggiunto. I dirigenti delle comunità ebraiche che danno mostra di ignorare questo abisso sbagliano moralmente, alimentano confusioni pericolose per le ebree e gli ebrei italiani, e non ci rappresentano."

VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale