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Chi condiziona chi
di
Paolo Mossetti
"Israele e il corridoio Philadelphi: ecco perché l'Egitto non può perdere quel passaggio “d'oro” che frutta 300 milioni al Sinai. La permanenza dell’Idf sul confine sud della Striscia, imposta da Netanyahu, è l’ostacolo al cessate il fuoco. Hamas e il Cairo si oppongono, perché il contrabbando nei tunnel è un business per tutti".
Altra scelta discutibile di Repubblica che titola sulla questione Philadelphi scaricando la colpa del mancato cessate il fuoco su Hamas e l'Egitto. «Passaggio 'd'oro'», «contrabbando», etc.
Parole per influenzare la percezione, per razionalizzare una richiesta di Netanyahu che l'intero comando senior dell'IDF, i capi del Mossad, i negoziatori, i reporter di Axios e tutti gli analisti militari più indipendenti ammettono essere pretestuosa, infilata last minute nelle trattative.
La mappa a commento dell'articolo, presentata come se fosse normale, senza didascalie, raffigura una West Bank annessa di fatto e una Gaza diventata enclave israeliana. Questo è il reale scopo del controllo del corridoio Philadelphi, che Repubblica con questo titolo finisce per occultare.
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Per una strana coincidenza, i politici che sono più proni ad accettare l'influenza dei gruppi filoisraeliani radicali, per allineare l'Italia a una geopolitica profondamente impopolare, sono i più preoccupati dall'influenza di Russia, Iran e Cina sull'opinione pubblica italiana.
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