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Serbia esporta armi in Israele che ricambia negando il genocidio serbo
di
Tino Solano
I dati pubblici del Servizio doganale e di navigazione aerea serbo negli ultimi mesi indicano un aumento delle esportazioni di munizioni dalla Serbia al regime ebraico sionista. Secondo i dati, la "Yugoimport-SDPR", l'azienda governativa serba produttrice di armi, lo scorso luglio ha esportato munizioni per un valore di 7,3 milioni di euro, che secondo un'inchiesta pubblicata sono state trasportate con aerei cargo da Belgrado alla base aerea sionista "Nevatim".
Lo scorso giugno l'azienda serba produttrice di armi ha inviato munizioni per un valore di 15,7 milioni di euro, e il valore di queste esportazioni è aumentato a luglio fino a 23 milioni di euro. Cinque aerei cargo sionisti hanno trasportato munizioni da Belgrado a "Nevatim" il 21 e 22 luglio.
Un'indagine giornalistica nel mese di agosto ha monitorato anche tre aerei cargo dell'Heyl Ha'Avir diretti a Belgrado e alla città serba di Nis, ma senza ancora trovare dati sulle esportazioni di armi questo mese. Naturalmente il governo serbo si è rifiutato di rispondere alla richiesta sui tipi di armi inviate, sostenendo che si trattava di "informazioni riservate".
L'indagine ha rivelato che le munizioni sono state trasportate attraverso una serie di sortite aeree senza precedenti, con l’obiettivo di compensare l’uso diffuso da parte di tsahal di centinaia di migliaia di proiettili, razzi, bombe e missili intercettori contro la Striscia di Gaza e il Libano.
Il Ministero della Sicurezza israeliano capeggiato dal terrorista messianico Itamar Ben-Gvir, lunedì scorso ha dichiarato che dall'inizio della rappresaglia genocida a Gaza fino ad oggi sono arrivate nelle mani del regime ebraico sionista "50.000 tonnellate di armi americane", trasportate da 500 aerei cargo e 107 navi. Queste attrezzature includevano veicoli blindati, missili e proiettili, munizioni, dispositivi di protezione individuale, attrezzature mediche e altro ancora.
Il criminale Netanyahu a febbraio ha affermato che il presidente serbo Aleksandar Vucic è "un vero amico di Israele e lo ha ringraziato per il suo sostegno incondizionato, sia nelle parole che nei fatti".
Alla luce di queste relazioni, l’ambasciatore sionista in Serbia ha recentemente affermato che "Israele non riconosce il genocidio commesso dalla Serbia contro la popolazione della Bosnia" e che mai parteciperà al voto delle Nazioni Unite sulla proclamazione della Giornata Internazionale della Memoria per il genocidio nella città di Srebrenica compiuto dalla Serbia. Il governo serbo considera le dichiarazioni dell'ambasciatore come un grande sostegno, mentre tra breve è prevista la visita di Isaac Herzog a Belgrado.
L'inchiesta ha sottolineato che le esportazioni di armi dalla Serbia continuano nonostante la richiesta fatta in aprile dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di fermare le vendite di armi al regime ebraico sionista al fine di prevenire violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale.
Gli esperti delle Nazioni Unite si sono uniti a questo appello, sottolineando che le vendite di armi "violano i diritti umani e rappresentano un pericolo per i paesi che esportano le loro armi partecipando ai crimini internazionali e al genocidio di Gaza".
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