Francia peseguita chi denuncia quanto avviene a Gaza
di Alessandro Ferretti

Anche la "democrazia" francese pur di coprire il genocidio getta la maschera mostra il suo vero orribile volto.

Ieri il direttore della Toulouse School of Economics ha sospeso il professore a contratto Benoit Huou de per aver citato, durante una lezione ai suoi studenti, la lettera pubblicata su Lancet in cui si stimano quasi 200.000 morti in conseguenza della macelleria perpetrata da Israele a Gaza.

La ministra per la Ricerca e l'Educazione superiore del governo Macron, Sylvie Retailleau, ha espresso la sua gioia su Twitter per la sospensione, tuonando contro "l'antisemitismo" e affermando che lo scopo dell'educazione superiore è "formare una civiltà migliore" di lottare contro le "fake news", di "proteggere gli studenti", di "agire contro l'odio" e sostenere "tutte le vittime".

Difficile capire come citare Lancet possa essere visto come una forma d'odio, e ugualmente difficile capire come si possa "sostenere tutte le vittime" quando il solo nominare del numero delle vittime palestinesi fa scattare una sospensione dal lavoro.

Comunque, per i duri di comprendonio, oggi la polizia francese ha pensato bene di fare irruzione nella casa dell'infermiera Imane Maarifi, rea di aver parlato pubblicamente in Francia dei crimini israeliani da lei visti durante una turno di volontariato di due settimane a Gaza.

Dopo la perquisizione la polizia l'ha arrestata e ora si trova in "garde à vue", ovvero agli arresti: il tutto per cercare di intimidire chiunque voglia cercare di fermare il genocidio, confermando così che l'auspicio del governo francese è che tale genocidio si compia senza che nessuno lo ostacoli.

Ed è, purtroppo, solo l'inizio...

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