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Esercito Israele spinge per accordo con Hamas citando la vita degli ostaggi
di
Marilina Mazzaferro
Non solo la popolazione, ma anche l'esercito non è più disposto a seguire la follia di Netanyahu.
L'esercito israeliano ha avvertito il governo che senza raggiungere un accordo con Hamas, qualsiasi operazione militare su larga scala nella Striscia di Gaza metterebbe in pericolo la vita degli ostaggi israeliani, hanno riferito martedì i media locali.
Israele tiene nelle sue carceri almeno 9.500 prigionieri palestinesi e stima che a Gaza siano tenuti in ostaggio 101 israeliani. Il gruppo palestinese Hamas ha annunciato che decine di questi ostaggi sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani indiscriminati.
“L’IDF chiarito al livello politico che senza un accordo (con Hamas), deve essere chiaro che qualsiasi operazione di terra su vasta scala nella Striscia di Gaza ha un significato: mettere a rischio la vita dei rapiti” riferisce il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth.
Il giornale ha citato un anonimo alto ufficiale militare che ha affermato che “il governo dovrà decidere se assumersi la responsabilità della vita dei rapiti”.
Il rapporto aggiunge che l'esercito ha intensificato i suoi avvertimenti al governo da quando sabato ha scoperto i corpi di sei ostaggi israeliani in un tunnel nella città di Rafah, nel sud di Gaza.
Israele accusa Hamas di aver ucciso questi ostaggi, mentre il movimento sostiene che siano stati uccisi in un attacco aereo israeliano nell'ambito della guerra in corso a Gaza.
Anche una donna che era stata ostaggio di Hamas, Noa Argamani, ha chiarito che il gruppo palestinese l'ha trattata bene e che le uniche ferite riportate le sono state inferte da un attacco israeliano.
Non c'è stato alcun commento da parte del governo israeliano o dell'esercito sulla notizia del giornale.
La morte degli ostaggi ha scatenato una nuova ondata di rabbia in Israele contro il primo ministro Benjamin Netanyahu, con proteste quotidiane che lo ritengono responsabile della loro morte e chiedono che acceleri un accordo con Hamas per lo scambio degli ostaggi rimanenti.
Da mesi Usa, Qatar ed Egitto cercano di raggiungere un accordo tra Israele e Hamas per garantire uno scambio di prigionieri e un cessate il fuoco e consentire l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza. Ma gli sforzi di mediazione sono stati bloccati a causa del rifiuto di Netanyahu di soddisfare le richieste di Hamas di fermare la guerra.
Un punto critico nei negoziati è l'insistenza di Netanyahu nel mantenere la presenza militare israeliana nel corridoio di Filadelfia, una zona smilitarizzata lungo il confine tra Gaza e l'Egitto, mentre Hamas chiede il ritiro completo dal territorio palestinese.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva precedentemente affermato che il ritiro di Israele dal corridoio di Filadelfia durante la prima fase dell'accordo non rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza del paese.
Al contrario, Netanyahu ha affermato lunedì in una conferenza stampa che il raggiungimento degli obiettivi della guerra “richiede il mantenimento del corridoio di Filadelfia”, sottolineando che Israele non si ritirerà mai da esso. IL punto è cruciale in quanto impedisce di raggiungere un accordo, cosa che, secondo osservatori anche israeliani, è voluta dal primo ministro israeliano per mantenere il potere.
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