Ucraina: logoramento militare e diplomatico
di Leonardo Masella

Alcuni compagni (e probabilmente anche alcune fazioni nazionaliste in Russia) si chiedono come mai Putin non metta in campo una forza militare d’urto per “farla finita” col regime di Kiev.

In queste posizioni c'è una certa dose di impazienza estremista da tifoseria che c'è sempre stata, che non considera che Russia e Cina lavorano per tempi lunghi, perché sanno che se riescono a impedire all'imperialismo euro-atlantico di provocare, ora che è ancora più forte militarmente, una guerra mondiale, i paesi imperialisti dovranno piegarsi al mondo multipolare paritario e cooperativo, con Cina e Russia sempre più forti, più influenti nel mondo, e sempre più forti tecnologicamente e militarmente.

Inoltre c'è da aggiungere che la Russia è andata lentamente e coi guanti di velluto anche per fare il minor numero di vittime civili, in una popolazione come quella ucraina che è considerata una seconda Russia.

Infine, a ben guardare, la tattica dei piccoli passi, della guerra di logoramento, accompagnata da un incessante sforzo diplomatico (fortemente supportato dalla diplomazia cinese e non solo), si rivela la tattica che maggiormente disgrega il fronte Occidentale ed anche il regime interno ucraino.

Se si guarda alle divisioni crescenti che si stanno manifestando negli Usa e in alcuni Paesi chiave della Ue, come Germania, Francia, Italia, il fronte atlantico non è mai stato così diviso sulla guerra in Ucraina, mentre la Russia riesce ad avanzare sul campo, oltre che politicamente, riducendo al minimo i problemi sul fronte interno, che appare solido e stabile, nonostante i grossi problemi prodotti comunque dalla guerra.

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