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01 settembre 2024
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Guardian narra storie di abusi su bambini e anziani palestinesi
di Tamara Gallera

Il Guardian ha raccontato la storia di Malak Shihab, una bambina palestinese di 10 anni che è stata usata come scudo umano dai soldati israeliani nella Cisgiordania occupata.

Malak, che era presente nella modesta casa di sua zia nel campo profughi, ha sperimentato questa violenza in prima persona. Durante un raid in casa, le forze di occupazione hanno cacciato con la forza una madre e quattro bambini, ma hanno catturato Malak. In una dimostrazione della crudeltà del regime, hanno scatenato un cane da attacco per intimidirla e poi l'hanno usata come scudo umano. Sotto la minaccia del cane, Malak è stata costretta ad aprire ogni porta della casa mentre le forze conducevano la loro perquisizione.

Sebbene Malak abbia supplicato per restare con sua madre, le truppe israeliane che hanno fatto irruzione in casa, hanno risposto solo ordinando di apriree le porte. Incapace di aprire una delle porte della casa, la bambina di 10 anni ci ha sbattuto la testa contro per la disperazione. "Non so perché. Volevo solo che si aprisse", ha detto, come riportato dal The Guardian.

Le forze di occupazione, non sono riuscite a trovare nessuno dei loro obiettivi in ​​casa, tuttavia hanno terrorizzato con successo un'altra famiglia palestinese.

Come di consueto, il comando militare israeliano ha respinto il resoconto degli eventi di Malak, rifiutandosi di assumersi la responsabilità del terrorismo sistematico impiegato dalle forze israeliane. "Ogni volta che le truppe sono entrate, più bambini a Nur Shams sono stati esposti alla violenza", ha scritto il Guardian.

Un'altra storia che mette in luce la violenza perpetrata dalle forze israeliane contro i gruppi vulnerabili della società palestinese riportata in dettaglio dal quotidiano britannico riguarda Ayed Abu al-Haija, un uomo di 63 anni con problemi di salute mentale non ha compreso subito la gravità del pericolo che lo circondava durante il raid. Sua nipote lo aveva visto in piedi sulla porta di casa da una finestra al piano superiore mercoledì pomeriggio e lo aveva esortato a entrare.

Ma poi ha sentito uno strano suono e, scendendo, ha trovato Ayed sdraiato sulla schiena con parte del cranio mancante. Suo nipote Haytham sospettava che fosse stato colpito da un cecchino israeliano che sparava da una finestra alta in fondo alla strada.

La tattica è stata ampiamente utilizzata anche durante i raid in Cisgiordania, dove i cecchini israeliani sparano e uccidono palestinesi ignari, compresi i bambini. Ayed aveva già subito torture da parte delle forze israeliane, che lo avevano imprigionato negli anni '70. Questi abusi lo avevano lasciato mentalmente segnato e vulnerabile nel campo profughi, che ha visto incursioni israeliane quasi quotidiane dal 7 ottobre 2024.

Questi due resoconti sono tra i numerosi traumi e le esperienze che cambiano la vita imposte ai palestinesi dal progetto coloniale israeliano dei coloni dal 1948.

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